La costante disaffezione dei consumatori verso gli sms costerà agli operatori telefonici circa 54 miliardi di dollari entro il 2016. Lo sostiene Ovum, specificando che la débâcle è dovuta alla crescente popolarità dei servizi di messaggeria sociale come, solo per fare qualche nome, WhatsApp, GoogleTalk o iMessage. Peraltro la tendenza è evidente da tempo e si sa già che, entro il 2012, gli operatori perderanno 23 miliardi di dollari a causa del “tradimento” degli utenti.
Nel suo nuovo rapporto, la società internazionale di ricerche di mercato sottolinea che il passaggio in massa al social messaging non è una tendenza a breve termine, ma un vero e proprio cambiamento negli schemi di comunicazione, che troverà terreno fertile soprattutto in Europa e Asia-Pacifico. “Gli operatori – ha detto Neha Dharia, analista del settore consumer delle telecomunicazioni – devono comprendere l’impatto delle apps per messaggistica sociale sul comportamento dei consumatori, sia in termini di trasformazione degli schemi comunicativi, sia per l’impatto sulle entrate provenienti da sms, ed offrire di conseguenza servizi adatti al contesto”.
Se l’utilizzo di WhatsApp è cresciuto molto a Singapore e nei Paesi Bassi, Ovum ritiene che in generale tutti gli Ott (Over the Top) si espanderanno man mano che aumenta la penetrazione degli smartphone e della banda mobile sui mercati e che anche players considerati oggi minori, come textPlus e Pinterest, contribuiranno a infliggere duri colpi al settore degli sms.
Tutto questo, puntualizza Dharia, “sta costringendo gli operatori ad offrire pacchetti di sms sempre più allettanti e a sperimentare nuovi modelli di offerta commerciale del messaging, provocando però un’ulteriore riduzione delle entrate”.
La strada indicata da Ovum è la collaborazione tra realtà industriali in vista della piattaforma Rich Communication Suite (Rcs), che punta a dare ai consumatori diverse opzioni come file sharing, videochiamate e messaggistica basata su Ip. Ma, secondo le previsioni, Rcs non raggiungerà la massa dei consumatori prima del 2014, perciò, suggerisce la società di ricerche, nel frattempo gli operatori dovranno elaborare strategie innovative su prezzi, collaborazioni e servizi di messaggistica con gli Internet Provider. “Ma gli operatori devono muoversi ora – conclude Ovum – per assicurarsi che gli Ott non siano in una condizione migliore per trarre vantaggio dalle future opportunità”.
Nel 2009, dagli sms arrivava il 57% dei ricavi non legati alla voce, quest’anno la percentuale scenderà al 47%.