“L’approvazione del Freedom of Information Act dimostra che l’impegno della società civile può portare a grandi risultati: Foia4Italy, mettendo assieme una rete di oltre 30 associazioni, esperti e attivisti, ha lavorato incessantemente per due anni riuscendo a far diventare il diritto d’accesso un tema di discussione pubblica in Italia. Ed è anche grazie alle più di 88.000 firme raccolte che Parlamento e governo hanno preso in considerazione le nostre osservazioni, che hanno contribuito a modificare il testo”.
Lo afferma Federico Anghelé, campaigner di Riparte il futuro, commentando il Decreto Trasparenza, approvato dal Consiglio dei ministri il 16 maggio, grazie al quale l’accesso alle informazioni della pubblica amministrazione è riconosciuto anche in Italia come diritto di cittadinanza in linea con quanto avviene in oltre 90 Paesi al mondo.
“L’approvazione del decreto sul Foia, oltre a essere una buona notizia per la maggiore trasparenza della PA italiana – spiega Ernesto Belisario, promotore di Foia4Italy – rappresenta il prezioso risultato della collaborazione tra istituzioni e società civile. Si tratta della dimostrazione dell’utilità e proficuità del ricorso a pratiche di ascolto e partecipazione. Un metodo che è auspicabile venga utilizzato anche in futuro per l’applicazione e il monitoraggio dell’efficacia del nuovo decreto”.
Il testo recepisce “gran parte dei punti irrinunciabili proposti dai firmatari”, si legge in una nota dell’assocazione, in particolate l’eliminazione del “silenzio-diniego”, che avrebbe sollevato le amministrazioni dall’obbligo di motivare il rifiuto all’accesso; l’eliminazione dell’obbligo per i richiedenti di identificare “chiaramente” i documenti oggetto dell’istanza di accesso; il riconoscimento della gratuità dell’accesso in formato elettronico e cartaceo, limitando il rimborso ai costi documentati per “riproduzione su supporti materiali”; l’introduzione di rimedi stragiudiziali, gratuiti e veloci, per i casi di mancata o negativa risposta; la previsione di linee guida operative che orienteranno le amministrazioni in un’omogenea e rigorosa applicazione delle nuove norme.
Tra le criticità rilevate da Foia4Italy l’assenza di sanzioni chiare e rigorose per i casi di illegittimo diniego di accesso, e l’eliminazione di alcuni obblighi di pubblicazione previsti dalla legge 33/2013, con le eccezioni formulate in modo “troppo generico”, che rischiano di “essere alibi – spiega l’associazione – per le amministrazioni che non hanno voglia di fare vera trasparenza”.
“Questo Foia – commenta Guido Romeo, presidente di Diritto Di Sapere e tra i promotori di Foia4Italy – è un passo storico perché dà agli italiani un nuovo diritto di cittadinanza: quello di conoscere e controllare ciò che fa l’amministrazione pubblica che agisce nel loro nome e interesse”.
“L’unione fa la forza e le battaglie congiunte hanno portato almeno alla cancellazione del ‘silenzio diniego’”, aggiunge Flavia Marzano, presidente di Stati Generali dell’Innovazione.
Secondo Ugo Bonelli, componente del consiglio direttivo di Stati Generali dell’Innovazione e del gruppo di lavoro Foia4Italy, è “particolarmente importante aver introdotto la gratuità delle richieste di accesso per dati e documenti già disponibili in formato digitale, limitando i costi richiesti dalle Pubbliche Amministrazioni al rimborso dei costi documentati per la riproduzione su supporti cartacei e materiali”.
“Il Foia può diventare il laboratorio per la partecipazione attiva. Per questa ragione è anche di grande importanza, secondo l’impegno preso dal ministro Madia, che si avvii l’attività condivisa di definizione di un processo partecipativo”, spiega Nello Iacono, Presidente dell’Istituto Open Data
“L’iniziativa Foia4Italy si pone come un’esperienza nuova e inedita di sinergia fra competenze e realtà associative diverse – afferma Fernanda Faini, Presidente del Circolo dei Giuristi Telematici – tese a un obiettivo comune e unite da entusiasmo e impegno condivisi”.
“L’introduzione del Foia è un’ottima notizia per attivisti anticorruzione, giornalisti e semplici cittadini – commenta Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia – Da oggi abbiamo uno strumento in più per contrastare la corruzione”.
“Torniamo dai cittadini che sui territori chiedono trasparenza con una legge che, finalmente, mette nero su bianco a chi ricorrere nel caso di mancate o incomplete risposte alle richieste di accesso alle informazioni – conclude Rosy Battaglia di Cittadini Reattivi – dal responsabile per la trasparenza al difensore civico e solo in ultima analisi, ai giudici amministrativi un meccanismo che potrà favorire la partecipazione e il monitoraggio civico”.