Fumata nera dal Consiglio Telecomunicazioni Ue su roaming zero e net neutrality. I pronostici della vigilia sono stati confermati. Di fronte al persistere di ampie divergenze tra i 28, il vertice dei ministri europei delle tlc non ha potuto fare altro che aggiornare le complicate trattative sul pacchetto “Connected continent” alle prossime riunioni tecniche degli sherpa nazionali. Riunioni che ripartiranno a dicembre. Su basi al momento tutte da verificare. E che, appare ormai scontato, andranno avanti anche nel 2015.
Non è passata nemmeno la proposta di aprire un parallelo canale di negoziazione informale con Parlamento europeo e Commissione Ue finalizzato a tastare il terreno per un compromesso inter-istituzionale.Che sarà comunque necessario per l’approvazione finale del testo. Nonostante questa soluzione prospettata dall’Italia beneficiasse del sostegno di alcuni grandi paesi, su tutti la Germania, e del Commissario alla Digital Economy, Günther Oettinger, diversi governi continuano ad opporsi. Esigendo ulteriori chiarimenti all’interno del Consiglio stesso prima di aprire un dialogo con le altre due istituzioni di Bruxelles. Un rinvio che non depone bene. Anche perché la pressione sulla Commissione europea per ritirare il pacchetto e presentare una nuova proposta si fa ormai sempre più forte. Approvato invece all’unanimità, ed è stato l’unico risultato portato a casa, un documento sulla partecipazione unitaria dell’Europa al processo di riforma della governance di Internet.
Riguardo la soppressione del roaming, nel corso del Consiglio di oggi un gruppo consistente di Stati ha ribadito la necessità di analizzare “ulteriormente le implicazioni sui mercati nazionali”: in particolare di attendere che il Berec (l’organismo dei regolatori europei per le tlc) si esprima in un atteso parere previsto per inizio dicembre. Al di là della data di entrata in vigore dell’euro-tariffa, le divisioni più profonde si registrano com’è noto sul perimetro e le modalità di applicazione del “fair use”, il limite massimo di traffico che l’utente all’estero può utilizzare agli stessi prezzi domestici prima che scattino le tariffe aggiuntive. Ma c’è anche maretta sulle regole che dovrebbero applicarsi alle tariffe wholesale, quelle che gli operatori si praticano rispettivamente per dare accesso alle proprie reti. Anche sulla Net neutrality, nonostante le tante dichiarazioni d’intenti in favore dell’Internet libero, si procede in ordine sparso. Alcuni paesi sono apparsi favorevoli ad un rallentamento dei negoziati e, come sul roaming, a ulteriori consultazioni. Una maniera appena più diplomatica per segnalare che sul tema le sensibilità tra governi restano ancora diverse. In generale prevale un clima di grande prudenza, a maggior ragione dopo le polemiche dei giorni scorsi. Sottotraccia, la linea più condivisa sembra quella di evitare soluzioni sbrigative che, qualunque sia l’orientamento, potrebbero trasformarsi in un boomerang. La Presidenza italiana è stata ringraziata dai ministri per il lavoro svolto in questi mesi, e invitata a perseguire gli sforzi sino alla scadenza del semestre.
Ma per il commissario Ue all’economia digitale Guenther Oettinger, il pacchetto Ue sulle tlc “non fallirà ma sarà portato a buon fine”. “Posso dire con una certa fiducia che gli stati membri saranno pronti entro breve a lanciare un trilogo con il Pe, dopo aver chiarito i punti in sospeso”, ha sottolineato.
Il segretario di stato francese, Axelle Lemaire, ha ricordato che “la Francia desidera inserire il principio della net neutrality nella legislazione europea: dobbiamo assicurare che l’accesso a internet sia neutrale, aperto e trasparente”. Il Consiglio si è accordato ”sui principi da portare avanti sulla base del testo presentato dalla presidenza italiana”, un testo che al momento però ”non è sufficientemente preciso”, ha precisato Lemaire. Gli Stati membri ”non sembrano pronti a un compromesso’ – ha chiarito – e sarà quindi necessario più lavoro per affermare il principio della neutralità della rete” e, allo stesso tempo, per assicurare ”la flessibilità necessaria per l’innovazione”.
L’esito di oggi era stato largamente anticipato, dopo che il testo di compromesso sul pacchetto sponsorizzato dalla Presidenza italiana dell’Ue era stato già bocciato venerdì scorso dal Coreper, il comitato tecnico dei rappresentanti permanenti incaricato di preparare il Consiglio di oggi. Il discorso di apertura del Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha tratteggiato quelli che potrebbero essere i primi particolari di una nuova proposta, o iniziativa, sulla Net neutrality che l’Italia presenterà a titolo individuale, e non più come Presidenza, nel mese di gennaio. L’ipotesi di dichiarare “l’accesso adeguato alla rete un servizio universale”, che dovrebbe fare da perno alla proposta italiana, dovrebbe essere parzialmente già allo studio della Commissione europea nell’ambito della revisione della Direttiva “servizio universale” prevista per il prossimo anno.