Il governo è impegnato a “esplorare” canali come la web tax. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. “Ritengo che sia un’area assolutamente indispensabile da esplorare ma complessa per ragioni sia politiche che tecniche”, ha spiegato Padoan sottolineando che dal punto di vista politico, “una tassa simile sarebbe ottimale se adottata da più paesi almeno a livello europeo e dal punto di vista tecnico ci sono problemi non semplici nell’individuazione della base imponibile e di conseguenza nell’adozione di misure pratiche”.
“Ribadisco l’impegno del governo a esplorare questi canali – ha aggiunto il ministro – così come alla considerazione” della tassa sull’Airbnb “che è fonte possibile di reddito, anche in vista della prossima legge bilancio”.
Per Francesco Boccia, grande sostenitore della web tax, “le uniche imposte indirette che non si pagano nel nostro Paese sono quelle delle Over the Top dell’economia digitale”.
“Sarebbe meglio che fosse il Parlamento a regolare il rapporto con il fisco dei grandi colossi del web invece che le procure, che magari impiegano qualche anno a concludere le loro indagini – ha spiegato il presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo nel corso dell’audizione del ministro dell’Economia – Il Parlamento dovrebbe avere un po’ di autonomia, anche rispetto alla Ue, visto che da Juncker possiamo al massimo ottenere soltanto qualche convegno in più sul tema”.