SICUREZZA INFORMATICA

Panda Security, nel 2014 è record di malware

Dall’inizio dell’anno sono circa 160mila gli attacchi rilevati e 15 milioni i codici diffusi. I Trojan restano i più rappresentati, crescono le incursioni contro i dispositivi mobili Android

Pubblicato il 03 Giu 2014

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Sono oltre 160.000 i nuovi esemplari – un record – di malware creati ogni giorno e 15 milioni i codici diffusi nei primi tre mesi del 2014 dagli autori. Questo il principale dato emerso dal report pubblicato da Panda Security sulla sicurezza informatica del primo trimestre 2014.

I Trojan restano la categoria più rappresentata, con il 71.85% di nuovi esemplari creati e gli attacchi effettuati da questi codici sono stati ancora una volta i più comuni, con il 79.90% di casi. Nel segmento dei dispositivi mobili, abbiamo assistito a un incremento degli attacchi ad Android, soprattutto con iscrizioni a insaputa degli utenti a servizi premium Sms attraverso Google Play o WhatsApp, o utilizzando pubblicità su Facebook.

In questo contesto, i social network sono il campo d’azione preferito dai cyber criminali. Ad esempio, il gruppo Syrian Electronic Army ha compromesso account su Twitter e Facebook e ha cercato di ottenere il controllo del dominio facebook.com in un attacco sventato in tempo da MarkMonitor.

Durante i primi tre mesi dell’anno abbiamo assistito ad alcuni tra i più grandi furti di dati avvenuti dalla creazione di Internet, e come previsto, Cryptolocker, il pericoloso ransomware che crittografava i dati e chiedeva un riscatto per sbloccarli, ha continuato a colpire. “In questi mesi i livello di cyber criminalità hanno continuato a crescere. Infatti, abbiamo assistito a grandi furti di informazioni con milioni di utenti colpiti,” spiega Luis Corrons, Direttore Tecnico dei laboratori di Panda Security.

Nel primo trimestre di quest’anno, il tasso globale di infezioni ha raggiunto la percentuale del 32.77%. La Cina è ancora il paese più colpito, con il 52.36% di attacchi, seguita da Turchia (43.59%) e Perù (42.14%). La Spagna, anche se non rientra nella Top 10, si staglia comunque sopra la media mondiale con il 33.57%. Tre nazioni europee si classificano ai primi posti tra le meno colpite, a partire dalla Svezia (21.03%), seguita da Norvegia (21.14%) e Germania (24.18%), accompagnate dal Giappone con il 24.21%.

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