Nuovo Papa, nuovi “cinquettii”. Dopo l’elezione a Pontefice, ieri sera, del cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio con il nome di Francesco, è stato riattivato anche l’account su Twitter, aperto a dicembre da Papa Benedetto XVI e poi chiuso dopo che il presule tedesco aveva deciso di ritirarsi.
Il primo, e per ora unico, tweet sull’account @Pontifex è stato “Habemus Papam Franciscus”, ovvero “Abbiamo il Papa Francesco”. A poche ore dall’attivazione, @Pontifex_it, destinato dai fedeli di lingua italiana, aveva già raccolto oltre 363.500 follower, mentre @Pontifex_es, per tutte le altre lingue, quasi 780.000.
Con il Pontefice precedente, il primo nella storia ad essere entrato nell’arena dei social network, l’account aveva attirato complessivamente oltre 1,5 milioni di “seguaci”.
Intanto, subito dopo l’annuncPio della nomina di Bergoglio, centinaia di persone hanno registrato domini che contenevano parole chiave come Papa, Francesco, Bergoglio o Habemus Papam. Interpellati dal sito Cnet, i responsabili di GoDaddy, sito di web hosting e registrazione domini, hanno detto che, dopo soltanto poche ore dalla designazione del porporato latino-americano, erano già stati registrati quasi 650 domini di questo tipo. Nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di devoti fedeli ma di persone impegnate nel “cybersquatting”, ovvero nella registrazione di domini da rivendere in una fase successiva a prezzi vantaggiosi. Secondo la Bbc, il sito PopeBenedictXVI.com è stato venduto nel 2005 per più di 5.000 dollari.
Infine una curiosità: i social network avevano in qualche modo previsto l’avvento di un Papa straniero, anche se in rete circolavano altri nomi. Dal monitoraggio condotto nei giorni precedenti al Conclave da Almawave, società di innovazione tecnologica del Gruppo Almaviva, è emerso che lo statunitense Timothy Dolan era il cardinale su cui conversava di più il popolo dei “cinquettii” (18,3% dei tweet in rete). Il cardinale di New York era seguito dal ghanese Peter Turkson (10,9%) e dal filippino Louis Antonio Tagle (9,5%). In pratica nel podio c’erano solo personalità extra-europee. Per incontrare il primo papabile italiano (ed europeo) bisognava scendere fino alla sesta posizione, dove si trovava Angelo Scola, fino all’ultimo momento ritenuto tra i papabili.