Le 50 principali imprese Usa, tra cui Apple e Microsoft, custodiscono circa 1.600 miliardi di dollari di liquidità nei paradisi fiscali. Lo rivela un rapporto di Oxfam, una confederazione internazionale di organizzazioni no profit, secondo cui a guidare la classifica degli “elusori” del Fisco c’è Apple con 200 miliardi di dollari accumulati offshore, seguita dal gruppo farmaceutico Pfizer (193,6 miliardi) e da Microsoft (124 miliardi).
Secondo il rapporto, pubblicato a ridosso della riunione annuale del Fmi e della Banca mondiale a Washington, i big Usa operano nei paradisi fiscali attraverso una rete “opaca e segreta”, formata da 1.751 filiali offshore. “Le imprese – spiega Robbie Silverman, dirigente di Oxfam – evadono in questo modo imposte Usa per un totale di 135 miliardi di dollari l’anno e i Paesi poveri di 100 miliardi l’anno”.
La legge Usa consente alle multinazionali di custodire all’estero gli utili realizzati fuori dal territorio americano. Negli Usa l’imposta sui profitti di impresa è del 35% a livello federale. Il presidente Usa, Donald Trump propone di tagliarla al 15% e non esclude di ridurla a un 10% una tantum per le imprese che intendono rimpatriare i capitali custoditi all’estero.
Apple è stata al centro di un dossier della Commissione Ue che gli ha imposto di restituire al fisco 13 mld di euro. Per l’occasione il ceo Tim Cook aveva definito l’operazione portata avanti dalla Commissaria Vestager un “sopruso politico”. Successivamente ha annunciato che avrebbe rimpatriato gran parte dei capitali all’estero nel 2017: “Apple ha accantonato molti miliardi da versare agli Usa al momento in cui effettueremo il rimpatrio”.
Secondo i calcoli di Oxfam l’“operazione una tantum” di Trump consentirebbe a Apple di risparmiare 43 miliardi di dollari di tasse. Nel complesso, le 50 aziende big americane avrebbero un rispamio complessivo fra i 312 e i 327 miliardi di dollari.