«Il digital divide tecnico non esiste più», ama ripetere il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè. Può sembrare un’affermazione paradossale ma, spiega lo stesso Bernabé, “se qualcuno si trova sulla vetta della più remota montagna oggi può avere accesso alla banda larga”. Basta che disponga di una parabola e di un modem satellitare da collegare al computer. Oltre, ovviamente, dell’energia necessaria ad alimentare ricevitore e pc. Difficile dare torto al presidente di Telecom Italia.
Il satellite si sta infatti affermando come la soluzione “pronta per l’uso”, capace di portare immediatamente la connessione ad Internet in tutte le zone ed i distretti industriali del Paese. Il servizio satellitare viene fornito dagli operatori di capacità spaziale già da alcuni anni. Ora, però, ha superato la fase pioneristica e le prestazioni sono decisamente migliorate, in particolare da quando con il lancio di KaSat di Eutelsat si sono resi disponibili servizi satellitari pensati soprattutto per Internet veloce. La qualità offerta si avvicina tranquillamente a quella di una buona Adsl, pur considerando le interferenze dovute a particolari condizioni atmosferiche, comunque decisamente attutite rispetto al passato.
Anche i costi si sono ridimensionati diventando accessibili non solo per l’utenza business ma anche per il consumatore. Eppure, l’Internet via satellite è ancora in una fase di difficile rodaggio commerciale. Ma non è l’unico. I principali operatori di telecomunicazione stanno proponendo il servizio a banda larghissima, con collegamenti a 100 mega. Risposta tiepidissima (ad essere generosi) da parte del mercato. Lo stesso esperimento di Collina Feming che ha visto associarsi a Roma gli operatori alternativi ha dato scarsi risultati.
Il cavallo non beve, che si tratti di soluzioni a banda larga immediata dove il doppino non ce la fa a reggere il traffico dati, o di banda larghissima dove è arrivata la fibra. Questioni di prezzo? Forse, ma non soltanto. Alla base c’è piuttosto un problema di domanda. Di Internet veloce che non è sentito come essenziale: dai consumatori (e ce lo possiamo anche spiegare) ma anche dalle imprese (e ce lo spieghiamo un po’ meno). È il paradosso italiano: in astratto c’è grande fame di collegamenti broadband, ma quando essi arrivano sono pochi quelli che si siedono a tavola. Un tema per l’Agenda Digitale.