“L’investimento più importante per il futuro del video streaming è rendere sempre più semplice l’interfaccia con il cliente. L’acquisto dei film online deve risultare qualcosa di automatico come cambiare canale con il telecomando»: a dirlo è Stefano Parisi, fondatore di Chili, servizio di video streaming e download legale senza abbonamento e attivo su tutti i sistemi operativi e tutti i device, con una videoteca online di oltre 4.000 titoli tra film e serie. Nata a giugno 2012 come spin off dell’Iptv di Fastweb, Chili ha fatto della semplicità tecnologica uno dei punti di forza. E, pur essendo ancora una realtà di dimensioni ridotte, non teme il previsto arrivo in Italia di giganti come Netflix: “Contribuirà ad accelerare lo sviluppo del mercato”, dice Parisi.
Allora, l’“esperimento” Chili ha funzionato?
Il bilancio di questi due anni è molto buono in termini di clienti e di consumi. Abbiamo 250mila clienti e abbiamo migliorato l’offerta in termini di qualità dei nostri film e di dimensione dell’offerta. Oggi abbiamo tutte le major e i produttori e distributori italiani. Non dimentichiamo che siamo gli unici in Italia, oltre a iTunes, a proporre un’offerta Tvod (Transactional Video On Demand): si compra o si affitta il singolo film, senza necessità di abbonamento né costi di attivazione. È sufficiente registrarsi sul sito www.chili-tv.it e avere una connessione di almeno 1 Mbps, poi si paga per il noleggio o l’acquisto anche con una ricaricabile.
Difficoltà incontrate?
Da un lato la crescita molto lenta dell’Italia nel settore: l’utilizzo delle Smart Tv e del Vod cresce in misura minore rispetto ai migliori Paesi europei. Dall’altro lato la pirateria: è un fenomeno gravissimo nel nostro Paese che, secondo alcune stime, vale più di 400 milioni sottratti all’industria dell’audiovisivo. È il vero, potentissimo nostro concorrente, altro che Netflix! Su questo tema la recente normativa Agcom ha posto le basi per contrastarlo. Ma l’azione repressiva deve essere accompagnata dallo sviluppo dell’offerta legale. Con l’attuale meccanismo delle “finestre” di uscita, per più di tre mesi un film, uscito dalle sale, è disponibile al pubblico solo sui siti pirata. Così la pirateria si sviluppa “protetta” dagli stessi distributori. Invece la distribuzione digitale legale offre una grande opportunità per tutti: più consumi di film e serie, profilazione dei clienti, più cultura cinematografica. Ne beneficerà anche chi gestisce le sale.
E il tema banda larga?
Grazie alla nostra applicazione si può vedere un buon film in standard definition anche con una connessione a 2 Mb. Però in Italia siamo molto indietro sulla larghissima banda, che è indispensabile per l’Hd e l’Ultra Hd.
Netflix potrebbe essere un ostacolo per Chili?
No, al contrario, contribuirebbe ad accelerare la crescita del mercato italiano del Vod. Basta guardare a quello che è successo in Uk dove Netflix è già presente, c’è anche LoveFilm di Amazon, e sono nati diversi operatori concorrenti. Tra questi Waki, giovane operatore spagnolo che sta già ottenendo una buona performance.
Perché Netflix ha rimandato lo sbarco in Italia?
Non sta andando nei Paesi che presentano una crescita più lenta. Da noi circa il 50% della popolazione non ha connessione ad Internet, le smart tv vendute ad oggi in Italia sono 4,2 milioni e quelle connesse ad internet sono solo 1,2 milioni.
Qualcuno sta remando contro?
E quali strumenti avrebbe per frenare un mercato che peraltro in Italia c’è già e avrà comunque un grandissimo sviluppo, con o senza Netflix? Nei prossimi anni si prevede una fortissima crescita del mercato digitale, guidata dalla rapida distribuzione di milioni di device connessi e da una crescente disponibilità di banda larga e servizi Ott. E le smart tv faranno da driver: entro il 2017 ce ne saranno in Italia oltre 16 milioni.
Chi sopravviverà nel mercato sempre più competitivo del Vod?
L’investimento più importante, oltre che in nuovi contenuti, è rendere facile la tecnologia. Se vogliamo catturare il grande pubblico l’acquisto di un film online deve diventare semplice e deve essere possibile anche per gli anziani. In Chili due terzi dei dipendenti sono ingegneri dedicati allo sviluppo della tecnologia.
In questo scenario quale ruolo avranno le telco?
Un ruolo importante nella costruzione di una rete di nuova generazione sia fissa sia mobile. Ma per le telco il nostro servizio è una grande opportunità: oggi la penetrazione di Internet fisso nelle famiglie ha come driver il pc, e poco più del 50% delle famiglie italiane ha un pc. Ormai siamo tra gli ultimi in Europa. Le Smart tv sono comprate anche dalle famiglie che non hanno un pc. La connessione dipende dalla diffusione e dalla qualità del video streaming. Più cresce la consapevolezza del video streaming, più le telco avranno l’opportunità di tornare a crescere nel mercato delle famiglie. Più si sviluppa lo streaming di film ad altissima definizione più sarà percepito dal mercato il valore della banda ultralarga.
Cosa pensa delle recenti alleanze tra telco e player televisivi, come Vodafone-Mediaset o Sky-Telecom?
Sono alleanze commerciali: hanno iniziato Fastweb e Sky. Si tratta di attrarre nuovi clienti con pacchetti in bundle. Per ora non vedo una strategia industriale.