Cresce l’opposizione all’Acta nel Parlamento europeo. Il Gruppo Alde (liberali) ha annunciato che chiederà il rigetto del trattato anti-contraffazione, così come già fatto da socialisti & democratici, verdi, estrema destra e sinistra, proponendo che la materia del copyright online sia trattata a parte e non nell’ambito generale della contraffazione, con medicinali et simili).
E anche il gruppo dei popolari scende in campo contro il trattato. Secondo il Ppe non è possibile sostenere l’Acta a meno che sia fatta chiarezza sul ruolo degli Internet provider che "non devono essere obbligati ad agire come i poliziotti della Rete". Inoltre è necessario definire meglio i “large scale Ipr infringement”, in modo da non criminalizzare gli utenti individuali.
E il 24 aprile era arrivata anche la “scomunica” da parte del Garante Europeo per la Protezione dei Dati Personali (Edps) con la pubblicazione di un parere estremamente critico nei confronti dell’Acta. Secondo l’Edps il trattato violerebbe alcuni diritti fondamentali dell’individuo, il diritto alla privacy nonché l’acquis comunitario in materia di enforcement dei diritti di proprietà intellettuale.
Secondo l’ex presidente di Ecta, Innocenzo Genna “il parere del garante europeo affossa ulteriormente le possibilità del trattato di entrare in vigore, poiché influenzerà in negativo il prossimo parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Inoltre, il Parlamento Europeo potrebbe decidere comunque di non autorizzare Acta, anche in pendenza del parere della corte europea”.