Amazon non dovrà ripristinare il servizio di web hosting al social network Parler, molto usato dai sostenitori di Donald Trump. Una giudice federale Usa infatti, Barbara Rothstein, ha respinto oggi a Seattle la richiesta della app in tal senso. Amazon ha tagliato il suo servizio di web-hosting al social network lo scorso 11 gennaio, dopo l’assalto del 6 gennaio al Campidoglio a Washington.
Nei documenti giudiziari, Amazon afferma che la sospensione è stata “l’ultima spiaggia” per impedire a Parler di ospitare piani violenti per ostacolare la transizione alla presidenza Usa. Il gigante tech di Seattle ha detto che Parler ha mostrato una “non volontà e incapacità” di rimuovere una serie di post pericolosi in cui si invitava a stupro, tortura e omicidio di politici, manager e molti altri.
“Accogliamo con favore l’attenta sentenza del tribunale”, ha detto in una dichiarazione una portavoce della società fondata da Jeff Bezos. “Questo non era un caso di libertà di parola. Si trattava di un cliente che violava costantemente i nostri termini di servizio “.
Il botta e risposta
Amazon ha affermato che Parler ha ignorato i ripetuti avvertimenti per moderare efficacemente la crescita sul suo sito web di contenuti violenti, che includevano chiamate ad assassinare importanti politici democratici, dirigenti aziendali e membri dei media.
Inoltre i ricercatori hanno affermato che i gruppi di estrema destra al Campidoglio hanno una forte presenza online su piattaforme tra cui Parler, dove diffondono retorica violenta.
In sua difesa, Parler ha invece affermato che non c’erano prove (a parte gli aneddoti sulla stampa) che avesse un ruolo nell’incitare le rivolte e che era ingiusto privare milioni di americani rispettosi della legge di una piattaforma per la libertà di parola.
Duemila vaccini il 24 gennaio
Amazon intanto annuncia l’apertura il 24 gennaio di una “one-day clinic” nella sua sede di Seattle, con l’obiettivo di vaccinare contro il Covid-19 2mila membri del pubblico idonei. Per realizzare questo progetto, un dirigente dell’azienda lavorerà a stretto contatto con il Vaccine command center dello Stato di Washington, mentre la clinica opererà in collaborazione con Virginia Mason Franciscan Health.