“Abbiamo avviato un percorso verso una public company. Anche la composizione del board, a maggioranza formato da indipendenti, va in questa direzione. Non stiamo rispondendo a un azionista di riferimento, ma lavoriamo nell’interesse superiore che è l’azienda. Poniamo l’azienda al di sopra degli interessi degli azionisti”. Lo spiega l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano rispondendo ad una domanda sulla composizione azionaria della società, a margine del convgeno Telecom “Internet, jobs&skills: an opportunity for growth”. Telecom Italia, è stato chiesto , ha bisogno di azionisti di lungo termine? “Certo. Ma l’investitore di lungo termine non ha bandiera. E’ il mercato, fatto di investitori di lungo termine e di breve termine”, ha detto Patuano
Per quanto riguarda Tim Brasil, il manager ha confermato che il cda in programma il prossimo venerdì affronterà il tema sulle possibili opzioni in Brasile. “Il tema del Cda di venerdì è il Brasile”, ha detto il manager confermando quanto anticipato la scorsa settimana da alcune fonti. In particolare, secondo le fonti, il Cda potrebbe dare mandato ai manager di realizzare un’analisi delle opzioni strategiche, aggiungendo che qualunque operazione avrà bisogno di tempo e non è scontato che si chiuda con successo. Una delle fonti aveva specificato che potrebbe essere esaminata un’integrazione tra la controllata brasiliana Tim Brasil e Grupo Oi.
Patuano non ha poi voluto fare commenti sul tema Metroweb. Il cda di Telecom Italia ha dato mandato all’Ad di trattare l’acquisto della partecipazione di F2i in Metroweb, secondo quanto ha riferito lo scorso mese una fonte vicina alla situazione. A inizio novembre una fonte ha detto che il fondo non aveva ricevuto manifestazioni di interesse per la sua quota.
Parlando invece di occupazione, Patuano ha ricordato che “la rigidità del mercato ha impedito il ricambio, le ultime assunzioni risalgono al 2006-2007. In questo tempo sono nate nuove professionalita’ legate al mondo Ip”.
“Abbiamo bisogno da un lato di reinserire risorse portatrici di nuovi talenti e professionalità, dall’altro non vogliamo violare il patto sociale con i nostri dipendenti – ha sottolineato – Siamo 53mila dipendenti, ci sono 3-4 mila ragazzi che devono entrare, circa il 10% della nostra forza attuale. Alcuni resteranno con noi, altri troveranno la loro strada. Si tratta di un numero importante. Pensiamo sia a professionalità top sia a rinnovarci nei livelli intermedi, quelli che saranno sul campo. I nostri tecnici non devono essere solo conoscitori del rame ma del know-how attale e quindi anche diplomati”.