I DATI AGID

Pec da record: 13,3 milioni di caselle attive. Prossimo step: dall’Italia all’Europa

In un anno aumento del 13% delle comunicazioni scambiate per un totale di oltre 2 miliardi di invii, quasi 6,2 milioni al giorno. E ora il target è l’interoperabilità a livello Ue: avviati i test verso lo standard Rem

Pubblicato il 27 Ott 2021

Copertina_Pec europea_Aruba

Erano ben 13.308.289 le caselle Pec attive in Italia nel bimestre maggio/giugno 2021: un numero in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato, diffuso dall’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), rivela che a 16 anni di distanza dal suo lancio in Italia, la posta elettronica certificata (Pec) raggiunge numeri record di attivazioni ed utilizzo. Lo dimostra anche il numero di messaggi Pec scambiati, che rappresenta il miglior indicatore circa l’utilizzo e la diffusione dello strumento: sono 433.876.519 nel bimestre preso in considerazione, un incremento del 13%. Numeri davvero considerevoli, in linea con i dati complessivi del 2020: i messaggi scambiati in un anno, infatti, sono stati superiori a 2 miliardi e 260 milioni con una media di quasi 6,2 milioni di messaggi Pec scambiati al giorno.

“Questi dati consacrano la Pec come uno degli strumenti digitali di maggior successo dell’era Internet – commenta Stefano Sordi, direttore generale di Aruba, azienda con oltre 8 milioni di caselle Pec attive –. La posta elettronica certificata è riuscita negli anni a dare vita ad un rigoglioso sistema di comunicazione destinato a cambiare e migliorare le abitudini di milioni di italiani, incentivando il processo di dematerializzazione documentale, l’abbandono della carta, il risparmio di tempo e la riduzione degli spostamenti, e quindi dell’inquinamento”.

La Pec verso l’Europa

Ma la Pec è destinata a trasformarsi ulteriormente, per essere di supporto ad un bacino d’utenza ancora più ampio. È stato già dato il via, infatti, ad un iter che consentirà a chiunque di utilizzare la propria Pec nelle comunicazioni con la Pa o verso utenti, enti ed imprese europee. Recentemente sono stati condotti i plugtest per l’interoperabilità sullo standard Rem tra 40 soggetti, 15 Paesi europei, 4 Paesi extra-europei e 5 istituzioni governative e i risultati di tali interazioni e test sono stati recepiti all’interno del documento “Rem services” con le policy sui criteri di adozione degli standard Etsi. Infine, a fronte della proposta di revisione del Regolamento eIDAS (eIDAS 2.0), Esi ha pubblicato una prima bozza contenente gli standard che verranno introdotti. Lo standard Rem, modificato e integrato grazie al lavoro del gruppo di lavoro AgID, diventerà lo standard ufficiale per i servizi di recapito certificato eIDAS basati su protocolli di posta elettronica.

“I processi burocratici in Italia necessitano di una strategia di semplificazione mirata, che può partire solo dalla digitalizzazione e dall’innovazione degli strumenti. In quest’ottica, la posta elettronica certificata rappresenta un’opportunità per rilanciare la competitività del sistema Paese – aggiunge Sordi –. La sicurezza e la validità legale offerte dalla Pec contribuiscono a snellire i procedimenti amministrativi, con l’obiettivo di accelerare ogni processo, e a breve potranno farlo anche al di fuori dei confini nazionali. Per questo, l’evoluzione pan-europea di questo strumento sempre più moderno rappresenta un’area prioritaria di intervento”.

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