IL CASO

Petya, l’allarme di Booble Server: “Europa rischia attacco ancor più grave”

“Dagli errori non si è imparato niente”, sottolinea l’esperto di cybersecurity e presidente dell’azienda.
“Troppe falle, gli hacker non si fermeranno e rincareranno la dose”

Pubblicato il 30 Giu 2017

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Petya è molto più pericoloso di Wannacry, non è stato ancora disattivato e non sappiamo quanto e dove colpirà nelle prossime ore. Certo è che l’attacco si sta propagando in Europa: sono già state colpite molte aziende in Italia, Gran Bretagna, Francia e India”. Ne è convinto Valerio Pastore, esperto di cybersecurity e presidente di Boole Server, azienda specializzata in soluzioni di data centric protection.

“Rispetto a Wannacry, anche l’obiettivo dell’attacco è diverso: infatti mentre il precedente ha colpito esclusivamente le aziende, ora Petya sta colpendo centrali elettriche e nucleari, minacciando la sicurezza nazionale e lanciando un chiaro avvertimento di quello che potrebbe accadere con una terza ondata di attacchi informatici.”

“Petya non è partito dalla Russia, ma la ha attaccata, perché i sistemi russi non sono costantemente aggiornati e risultano quindi i più vulnerabili. Il paradosso è che Wannacry e Petya hanno utilizzato la stessa porta d’ingresso: una falla di Windows, che probabilmente ha permesso di attaccare anche la centrale di Chernobyl. Evidentemente dall’errore – conclude Pastore – non si è imparato nulla”.

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