“Confermare il Team Digitale di Diego Piacentini: vogliamo un’Italia sempre più innovativa”. E’ il titolo della petizione lanciata sulla piattaforma Change.org e rivolta al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. La lettera chiede di confermare il team per la Trasformazione Digitale guidato dal commissario straordinario Diego Piacentini e dal consigliere per l’innovazione Paolo Barberis. Il progetto, voluto da Matteo Renzi, ha un budget biennale di 31 milioni di euro e si propone di semplificare i rapporti tra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese. Dopo le dimissioni del segretario Pd, il Movimento 5 stelle ne ha chiesto lo smembramento.
“La sempre maggiore spinta verso la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e delle imprese – si legge nella petizione – è un punto chiave ed inderogabile nella crescita economica per uscire rapidamente dalla crisi e per ritornare al passo con il contesto internazionale. Riteniamo inoltre che un progetto di tale importanza per l’Italia non debba essere assoggettato ad alcuna forza politica. Come imprenditori, investitori, startupper, docenti universitari, professionisti e semplici cittadini chiediamo dunque di proseguire questo importante processo”. In poche ore, la lettera ha ricevuto più di 270 firme. Alcune appartengono a nomi noti nell’ecosistema delle startup italiane, come Almir Ambeskovic (a capo di TheFork in Italia), Alberto Dalmasso (ceo di Satispay), Simone Maggi (ceo di Lanieri) e Layla Pavone (Amministratore Delegato di Digital Magics per l’Industry Innovation).
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Piacentini ha comunque assicurato che resterà a Palazzo Chigi e che l’Italia ha le carte in regola per la rivoluzione digitale. Secondo il manager l’innovazione è “imprescindibile”. “Non vedo come si possa in ogni caso migliorare e semplificare in assenza di tecnologia e di digitalizzazione – ha detto Piacentini – Non riesco nemmeno a capirla la domanda, è sbagliata. Chi se la fa pensa sbagliando a delle priorità, come se si potesse costruire la casa senza pensare a come mettere l’elettricità”. Riguardo il nuovo governo, ha spiegato di non aver visto il nuovo premier Gentiloni ma di averlo sentito: “Ci siamo sentiti brevemente per dirci che andiamo avanti”.