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Piano Mattei, via libera definitivo: spinta a digitale e innovazione

La cooperazione con i Paesi africani riguarda numerosi ambiti e le infrastrutture di nuova generazione faranno la parte del leone. Focus anche sulle competenze. Previsto un partenariato sull’aerospazio

Pubblicato il 11 Gen 2024

meloni

La cooperazione con i Paesi africani prevista dal Piano Mattei del governo Meloni includerà anche lo sviluppo delle infrastrutture digitali, nonché partnership nei settori strategici dell’energia e dell’aerospazio, secondo il testo del decreto varato dal governo il 3 novembre e diventato legge dopo il via libera definitivo della Camera. Il Piano vero e proprio verrà adottato – in base a una modifica introdotta in Senato – con decreto del Presidente del Consiglio, previo parere (entro 30 giorni) delle Commissioni parlamentari.

Il “Piano Mattei”, di durata quadriennale e rinnovabile, avrà l’obiettivo di potenziare le iniziative di collaborazione tra Italia e Stati del continente africano, promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo di questi ultimi e prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari. Inoltre, rafforzerà il coordinamento delle iniziative pubbliche e private, anche finanziate o garantite dallo Stato italiano, rivolte a Stati del Continente africano, si legge sul sito del governo.

Piano Mattei, spazio anche per l’infrastruttura digitale

Gli ambiti di intervento e le priorità del Piano riguardano la cooperazione allo sviluppo, la promozione di esportazioni e di investimenti, l’istruzione e la formazione,  la ricerca e l’innovazione, la salute, la sicurezza alimentare, lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, l’ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture, anche digitali, il partenariato nel settore aerospaziale e in quello energetico e delle fonti rinnovabilie dell’economia circolare.

Il decreto definisce un modello di governance per gestire i progetti per e con l’Africa (su cui ancora, però, si sa poco), sul modello di quanto avvenuto con il Pnrr. Il Piano favorisce inoltre “la condivisione e la partecipazione degli Stati africani interessati all’individuazione, alla definizione e all’attuazione degli interventi previsti dal Piano, nonché l’impegno compartecipato alla stabilità e alla sicurezza regionali e globali”.

La Cabina di regia del “Piano Mattei”

In sette articoli, il decreto istituisce un’apposita Cabina di regia presieduta dalla premier Giorgia Meloni con il ministro degli Esteri Antonio Tajani come vicepresidente, e composta “dagli altri ministri” e da una serie di altri soggetti (Regioni, Ice, Cdp, Sace, Simest). Della cabina di regia fanno parte anche rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e del terzo settore,rappresentanti di enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, “individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”.

La partecipazione alla Cabina di regia è a titolo gratuito. Fra i compiti, quello di coordinare le attività di collaborazione tra Italia e Stati africani, di promuovere gli incontri tra rappresentanti della società civile, imprese e associazioni italiane e africane,  finalizzare il Piano Mattei e monitorarne l’attuazione, approvare la relazione annuale al Parlamento (entro il 30 giugno) e promuovere iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Ue e da organizzazioni internazionali.

A Palazzo Chigi è, inoltre, costituita una struttura di missione (il coordinamento è affidato a Fabrizio Saggio, nominato a dicembre consigliere diplomatico di Meloni) che, tra l’altro, predispone la relazione al Parlamento.

Una cornice politica per la strategia dell’Italia in Africa

Il Piano  funzionerà da “cornice politica”, ha detto più volte Meloni, della strategia italiana nel rapporto con il continente africano, con varie direttrici di intervento: cultura e formazione, salute, agricoltura, energia, sviluppo economico e infrastrutturale, contrasto al terrorismo e ai trafficanti di esseri umani. Una “cornice vuota”, l’hanno invece bocciata le opposizioni.

Ma alla conferenza stampa di fine anno Meloni ha negato che il Piano sia ancora un guscio vuoto e ha annunciato la volontà di presentarlo alla Conferenza Italia-Africa slittata da novembre al 28-29 gennaio. Allora verrà forse fornito qualche dettaglio in più sui progetti e sulle risorse.

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