Il Parlamento europeo dice sì all’istituzione di Step, la piattaforma per le tecnologie strategiche in Europa, ma chiede alla Commissione di fare di questa iniziativa il trampolino di lancio per un vero e proprio fondo per la sovranità digitale dell’Ue. Step, infatti, promuoverà le tecnologie strategiche critiche attraverso il sostegno finanziario, il “marchio o sigillo” (Seal) di sovranità” e il “portale della sovranità”, ma per molti eurodeputati non basta: questa piattaforma non gode di sufficienti fondi aggiuntivi rispetto agli strumenti esistenti e non riesce a competere con le disposizioni di cui godono le imprese di Usa e Cina.
Inoltre, hanno indicato i parlamentari europei, Step dovrà essere collegato alle altre iniziative che riguardano la supply chain delle materie prime strategiche e, in generale, all’impianto normativo che sostiene la duplice transizione digitale e ecologica.
Step mira a integrare in maniera più efficace diversi programmi e fondi dell’Ue, al fine di convogliare fino a 160 miliardi di euro in nuovi investimenti, insieme agli incentivi della politica di coesione e al dispositivo per la ripresa e la resilienza – si legge nella nota del Parlamento Ue. La nuova piattaforma dovrebbe sostenere la produzione di tecnologiche cruciali, come le biotecnologie e quelle a zero emissioni nette. Step mira anche ad affrontare la carenza di manodopera e di competenze e a sostenere l’innovazione, per consentire all’industria dell’Ue di realizzare la duplice transizione digitale e verde.
Il Parlamento riunito in plenaria ha adottato la sua posizione sull’istituzione di Step (acronimo di Strategic technologies for Europe platform) con 385 voti favorevoli, 85 contrari e 151 astensioni. I deputati hanno chiesto che Step, insieme alla revisione a lungo termine del bilancio dell’Ue, sia concordato quanto prima, per poter essere integrato nel bilancio annuale del prossimo anno, che sarà negoziato a novembre 2023.
Step, solo il primo passo verso un fondo di sovranità
Step dovrebbe anche fungere da “banco di prova per un fondo di sovranità a pieno titolo”, è la posizione degli eurodeputati, che hanno chiesto alla Commissione di condurre una valutazione intermedia entro il 2025, che dovrebbe includere o una proposta per modificare Step o una proposta per creare un fondo europeo di sovranità a pieno titolo.
L’Unione europea “sta passando dalle parole ai fatti” quando si tratta di “sostenere gli investimenti strategici”, ha detto il co-relatore di centro-destra (Ppe) José Manuel Fernandes nel dibattito in plenaria, secondo quanto riportato da Euractiv. La proposta della Commissione è “intelligente” e “un passo nella giusta direzione”, ovvero l’istituzione di “un fondo per la sovranità”, ha detto Fernandes.
Step contribuirà ad “assicurare che possiamo competere con successo su scala globale…promuoverà l’innovazione fatta in Europa e sosterrà le aziende dell’Ue di fronte alle disparità” create da attori concorrenti come la Cina e gli Stati Uniti, ha aggiunto Johannes Hahn, il commissario per il bilancio dell’Ue.
Nell’ambito dell’attuale meccanismo proposto, Step funge da strumento di segnalazione, creando un nuovo “sigillo di sovranità” per progetti selezionati al fine di attrarre finanziamenti pubblici e privati e accelerare la concessione di fondi dell’Ue – principalmente da InvestEU e dal Fondo per l’innovazione. Un nuovo sito web dedicato dovrà fornire agli investitori informazioni su ogni progetto approvato.
L’eurodeputata spagnola di Renew, Maria Poptcheva, ha tuttavia avvertito: “Non inganniamoci: Step non rivoluzionerà l’Europa, non ha le risorse dei nostri concorrenti”. Marie-Pierre Vedrenne e Valérie Hayer, eurodeputati francesi di Renew, hanno rincarato la dose: “Avete ignorato le nostre richieste di un ambizioso fondo per la sovranità”, ha detto Védrenne al commissario Hahn.
Il pressing dell’Europarlamento sulla competitività Ue
La Commissione aveva inizialmente prefigurato l’istituzione di un fondo a tutti gli effetti, che avrebbe aiutato l’Ue a competere con l’Inflation reduction act (Ira) degli Stati Uniti o i pesanti programmi di sovvenzioni della Cina. Nella sua proposta, tuttavia, Step non sarebbe altro che un reindirizzamento dei fondi esistenti, più 10 miliardi di euro da parte degli Stati membri. Il mandato negoziale ha aumentato questa partecipazione degli Stati membri di 3 miliardi di euro, per un totale di 13 miliardi.
Hahn ha indicato ai parlamentari europei che un nuovo fondo avrebbe richiesto troppo tempo per essere messo insieme, quando era necessaria “urgenza”. Per Christian Ehler (Ppe), co-relatore, è fondamentale che la proposta sia allineata anche con altre parti del Green deal, soprattutto il Net-zero industry act (Nzia) e il Critical raw materials act (Crma), perché le intere catene di approvvigionamento dei progetti strategici devono essere prese in considerazione quando si concede un sigillo di sovranità.
“La relazione è stata notevolmente migliorata [dagli eurodeputati]”, ha affermato Ehler, invitando la Commissione a “inviare un forte segnale di mercato” per attrarre gli investitori privati.
Sostegno alle regioni Ue meno ricche
Al centro degli obiettivi di Step c’è anche un maggiore sostegno industriale per i paesi e le regioni dell’Ue più poveri – una questione ritenuta critica da entrambi i co-relatori.
La relazione approvata dall’Europarlamento, infatti, stabilisce che il 50% dei 5 miliardi di euro di top-up del Fondo per l’innovazione sarà messo a disposizione solo degli Stati membri il cui Pil medio pro capite è inferiore alla media dell’Ue.
L’altro 50% sarà accessibile a tutti gli Stati membri, indipendentemente dalle dimensioni della loro economia, fino al 31 dicembre 2025. Dopo di che, i criteri del Pil inferiore alla media non si applicheranno più.
Inoltre, per migliorare la parità di condizioni in tutta l’Unione, solo gli Stati membri al di sotto della media del Pil dell’Ue saranno autorizzati a utilizzare il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per sostenere progetti del settore industriale. I paesi più ricchi, d’altra parte, possono utilizzare i fondi del Fesr solo per progetti strategici diversi dall’industria.