Dall’Italia ad altri 11 Paesi europei. Il progetto Machine Learning Checkup, battezzato da Google nel nostro Paese per sostenere le Pmi nell’adozione dell’intelligenza artificiale, dopo il successo tricolore allarga i propri orizzonti. Ad annunciarlo, a Bruxelles, il ceo di Alphabet e Google Sundar Pichai nel suo intervento sull’impegno e la collaborazione con l’Europa verso lo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale.
Nel ricordare che Google ha pubblicato già nel 2018 le linee guida sull’intelligenza artificiale con l’obiettivo di spingere lo sviluppo etico e l’uso della tecnologia e che l’azienda si è impegnata a non supportare progetti legati alla sorveglianza di massa o che violino i diritti umani, Pichai ha acceso i riflettori sulla necessità di una regolamentazione. “Non ho dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale debba essere regolata. L’unica questione è come”, ha detto il manager secondo il quale “la regolamentazione dei governi svolgerà un ruolo importante”.
Pichai ha indicato nel Gdpr un asset fondamentale: “Le norme esistenti come il regolamento generale sulla protezione dei dati in Europa possono costituire una base solida. Una regolamentazione ragionevole deve anche adottare un approccio proporzionato, bilanciando i potenziali danni”. Di qui la necessità di una cooperazione a livello esteso: “Ue e Stati Uniti stanno già iniziando a sviluppare proposte normative. Mentre i governi seguono questo percorso, l’allineamento internazionale sarà fondamentale per far funzionare gli standard globali. Per arrivarci, abbiamo bisogno di un accordo sui valori fondamentali. Aziende come la nostra non possono semplicemente costruire nuove promettenti tecnologie e lasciare che le forze di mercato decidano come verranno utilizzate. È altrettanto nostro dovere accertarci che la tecnologia sia sfruttata per il bene e disponibile per tutti”.
Secondo Pichai “la regolamentazione può fornire un ampio orientamento consentendo nel contempo l’attuazione di misure ad hoc in diversi settori. Per alcuni usi dell’IA, ad esempio nel campo della sanità, “i framework esistenti fungeranno da buoni punti di partenza. Per le aree più nuove come i veicoli a guida autonoma, i governi dovranno stabilire nuove regole appropriate che tengano conto di tutti i costi e benefici rilevanti”.