“La memoria rimane qualcosa che non possiamo mai trascurare ed eliminare, questo collegamento tra memoria e nuove tecnologie rappresenta una garanzia per il permanere di questa memoria”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, nel corso della presentazione della nuova app di Tim “NOma – Luoghi e storie NOmafia”. NOma nasce da un’iniziativa dell’associazione culturale “sulle nostre gambe” e si pone l’obiettivo di divulgare “le storie” delle molte persone che hanno combattuto la mafia fino a sacrificare le proprie vite.
Si tratta di un’applicazione che guida cittadini, turisti, giovani e studenti attraverso le strade di Palermo e dintorni, nei luoghi degli attentati mafiosi che hanno sconvolto la storia italiana a partire dagli anni ’70.
“Alle volte noi palermitani riusciamo anche a ironizzare sul concetto un po’ macabro o noir, sulla morte delle persone – ha aggiunto Grasso – e questo dà l’idea di come la citta’ ha vissuto questi anni terribili, oggi siamo orgogliosi di essere palermitani, orgogliosi di aver avuto la possibilita’ di risorgere e rinascere. Questa iniziativa servira’ a tutti, non solo ai siciliani e ai palermitani”.
Sono state presentate le prime 22 “storie”, da aggiornare con altre nuove: Antonino Agostino, Filadelfo Aparo, Paolo Borsellino, Ninni Cassara’, Rocco Chinnici, Gaetano Costa, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Mauro De Mauro, Giovanni Falcone, Mario Francese, Peppino mpastato, Paolo Giaccone, Giorgio Boris Giuliano, Libero Grassi, Carmelo Ianni’, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Beppe Montana, Giuseppe Puglisi, Pietro Scaglione, Cesare Terranova, Calogero Zucchetto… i loro cari e le loro scorte.
Le “storie” sono raccontate attraverso la voce di Pif e di molti personaggi siciliani del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno scelto di aderire al progetto: Pippo Baudo, Paolo Briguglia, Ficarra&Picone, Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello, Nino Frassica, Leo Gullotta, Luigi Lo Cascio, Teresa Mannino, Isabella Ragonese, Francesco Scianna, Giuseppe Tornatore.
“In piena guerra di mafia ci vergognavamo di essere di Palermo – ha spiegato Pif – questa cosa era inammissibile, noi avevamo di che essere orgogliosi, l’altra parte non era mai stata raccontata, nell’attesa di fare il museo, abbiamo pensato che Palermo e’ già un museo antimafia, cosi’ sono andato da Tim per proporre un’app. Da ora e’ ufficialmente scaricabile, e’ un’app aperta a tutti, ci deve dare forza, non è per piangerci addosso, siamo noi a decidere se la morte delle vittime di mafia e’ stata inutile oppure no”.