Pileri versus Lucarelli Due nomi per il dopo-Tripi

I saggi incaricati non ce l’hanno fatta a raccogliere intorno a un solo nome il consenso degli associati Csit. Ora la palla passa ai 57 membri delle giunta

Pubblicato il 08 Giu 2009

Ultime battute di quella che è stata definita la “battaglia di
primavera”, è cioè lo scontro per la successione di Alberto
Tripi alla presidenza di Confindustria Servizi Innovativi e
Tecnologici, la federazione che raccoglie le aziende di
telecomunicazione, dell’IT e dei servizi avanzati. I tre saggi
incaricati di sondare gli iscritti (Luigi Gubitosi, amministratore
delegato di Wind, Eduardo Montefusco presidente di Rna, Luisa
Silvestri Bandini, presidente del comitato nazionale di
coordinamento territoriale di Confindustria SI) coadiuvati dal
segretario Paolo Angelucci, amministratore delegato di Cosmic Blue
Team, ce l’hanno messa tutta per coagulare attorno ad un solo
nome il consenso degli associati.

Tuttavia, malgrado gli sforzi non ce l’hanno fatta: troppo forte
la contrapposizione che, fatto non nuovo di questi tempi, vede
darsi battaglia in Confindustria esponenti che hanno dietro a sé
il supporto dei grandi gruppi contro outsider sostenuti da piccole
e medie imprese. Il copione si è ripetuto anche
nell’associazione delle aziende dell’Ict con in più, a
movimentare le acque, la tradizionale divisione che caratterizza
l’associazione: aziende di Tlc da una parte, società
dell’informatica dall’altra. Mentre sono state a guardare le
associazioni radio-tv. E così, i tre saggi si presenteranno il 17
giugno ai 57 membri della giunta di Csit con un’accoppiata di
nomi che ben rappresentano la spaccatura tra gli associati: Stefano
Pileri, direttore generale technology & operations di Telecom
Italia che, a partire dalla designazione di Asstel,
l’associazione delle aziende di tlc, ha avuto il consenso del suo
settore e dei grandi gruppi; e poi Ennio Lucarelli, imprenditore
IT, presidente uscente di Assinform, l’associazione delle imprese
It e paladino, in questa sfida, delle imprese minori, del
territorio e dell’informatica.

La palla delle decisioni, pertanto, passerà dai saggi ai 57 membri
della giunta (si vota per testa), chiamata a designare la persona
che verrà eletta presidente, entro l’estate salvo sorprese,
dall’assemblea della Federazione (dove, invece, il voto sarà per
censo e cioè sulla base delle quote associative).
L’incubo dei saggi è che possa ripetersi anche per Confindustria
Servizi Innovativi e Territoriali quella spaccatura che ha messo in
crisi la gestione di associazioni territoriali come Milano e
Venezia dove, addirittura, sono stati chiamati in campo i probiviri
per dirimere una situazione sfuggita di controllo.

È anche per cercare una via di pacificazione che potrebbe anche
uscire un compromesso dell’ultima ora: Pileri potrebbe essere
nominato alla presidenza mentre Lucarelli diventerebbe
vicepresidente vicario. Non si tratta di un compromesso facile. Al
di là della forma, infatti, quel che conta è la sostanza. Quali
sono le deleghe che, in caso di accordo, verranno attribuite al
presidente vicario? Avrà solo un ruolo di maggior prestigio, quasi
l’onore delle armi, oppure conterà veramente  qualcosa, più di
un normale vicepresidente? Lo statuto di Csit non aiuta a
rispondere: il presidente onorario è una figura ancora
indeterminata.

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