LO STUDIO

Pillole intelligenti e app, le big pharma italiane puntano sul digitale

Indagine Farmindustria-Bain & Company: in tre anni l’88% delle aziende porterà l’Ict nella produzione e il 71% lo utilizzerà nella ricerca. Scaccabarozzi: “Serve nuovo patto con le istituzioni alla luce dell’innovazione e della medicina personalizzata”

Pubblicato il 21 Giu 2017

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Il cammino dell’industria farmaceutica e quello dell’Ict sono sempre più convergenti, in nome dell’innovazione digitale. E’ quanto è emerso dall’assemblea pubblica di Farmindustria che si è tenuta oggi al teatro Argentina di Roma. Tra pillole intelligenti che liberano il principio attivo solo quando è necessario, lenti a contatto in grado di misurare i livelli di glucosio tramite biosensori collegati a un’app, nanostrutture che possono indirizzare il farmaco verso tessuti specifici, il settore farmaceutico è sempre più pervaso dalla rivoluzione digitale. Tanto che nei prossimi 3 anni – secondo quanto emerge da un’indagine congiunta FarmindustriaBain & Company presentata per l’occasione – le imprese del farmaco in Italia imboccheranno con decisione la strada dell’innovazione digitale. L’88% pensa di portarla nella produzione e il 71% nella ricerca. Per vincere la sfida digitale le imprese sono pronte a puntare su una formazione che sappia cogliere la velocità del cambiamento, per preparare profili professionali, di giovani e meno giovani, totalmente diversi rispetto agli attuali.

“Per vincere le sfide del futuro – afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – l’industria farmaceutica chiede un nuovo Patto con le Istituzioni per rafforzare quello siglato 4 anni fa che ha portato nel nostro Paese investimenti, ricerca e occupazione. Un accordo vincente da rivedere alla luce della velocissima rivoluzione digitale e della medicina personalizzata”.

“Le imprese del farmaco – prosegue Scaccabarozzi – hanno vissuto 4 anni con ottimismo e passione, ma anche con responsabilità e rigore, mantenendo le promesse fatte. E oggi l’industria farmaceutica è, a detta di tutti, un asset strategico del Paese. La fiducia c’è ancora, perché tanti sono gli elementi positivi del sistema Italia anche se c’è ancora da fare”.

“Oggi manca l’ultimo miglio per arrivare a una nuova governance – conclude – Da percorrere insieme, seguendo il modello che il mondo ci invidia, con la collaborazione di Istituzioni, pazienti e medici. Una governance che abbia come fondamento un finanziamento adeguato alla domanda di salute, con risorse ad hoc per i farmaci innovativi. Il superamento dei tetti di spesa, a partire da quella per acquisti diretti. L’uniformità delle politiche sanitarie su tutto il territorio con un migliore accesso alle cure, senza differenze regionali”.

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