Scende il numero dei pirati audiovideo e il numero totale degli illeciti commessi, ma il danno economico potenziale del fenomeno per il mondo delle industrie dei contenuti e per il sistema Paese rimane grave: è questa la fotografia sul 2023 scattata dall’indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia realizzata da Ipsos per conto di Fapav, la Federazione per la tutale delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali. Nel corso dell’anno, secondo le stime di Ipsos, la pirateria audiovideo ha causato una perdita di fatturato per l’economia italiana pari a circa 2 miliardi di euro, per una perdita di Pil di circa 821 milioni di euro e una contrazione di 11.200 posti di lavoro.
LO SCENARIO
Pirateria audiovideo, danno da 821 milioni sul Pil, a rischio 11.200 posti di lavoro
È quanto emerge dall’indagine Fapav-Ipsos. Ma le nuove norme iniziano ad avere effetto: la pirateria digitale resta la principale modalità di fruizione ma è l’unica che scende leggermente. In vetta le Iptv illecite, poi streaming e download. Bagnoli Rossi: “Non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia”

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