La quasi totalità dei servizi cloud oggi disponibili sul mercato è erogata da player extra Ue. In un futuro non troppo lontano l’Unione europea rischia di essere dipendente per l’approvvigionamento delle risorse di calcolo e storage. Per questo “serve un piano B, una strategia politica sul cloud per mettere in sicurezza i nostri dati critici e quindi metterci in sicurezza dal rischio geopolitico”. Lo ha detto la ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, in audizione in commissione Semplificazione sugli intendimenti del Governo in materia di semplificazione amministrativa in favore dei cittadini e delle imprese. Su questo tema “è stato avviato un gruppo di lavoro, con la presidenza del Consiglio, il Mef, il Mise, il ministero della Difesa, il ministero degli Interni per favorire l’adozione di un cloud italiano da parte delle pubbliche amministrazioni. Stiamo studiando una strategia anche cloud per mettere in sicurezza i servizi critici dal rischio geopolitico. Investire per avere un cloud in Italia, che si federa e livello europeo, e’ l’unica soluzione”, ha spiegato Pisano.
Sull’urgenza di realizzare un cloud italiano la ministra è tornata in occasione della giornata finale di Forum PA Città, l’evento sulle smart city organizzato a Roma da FPA. “Stiamo lavorando su questo fronte con il Team Digitale e con il Dipartimento”, ha chiarito.
Intervistata insieme al commissario al Digitale, Luca Attias, dal dg di FPA Gianni Dominici, la ministra ha anche annunciato che l’app IO sarà disponibile in tre mesi. “L’applicazione IO verrà lanciata no attivando anche una parte di digitalizzazione della patente, della tessera sanitaria in modo che i nostri documenti si possano smaterializzare ed entrare all’interno del nostro cellulare”, ha spiegato.
Sul fronte governace Pisano ha ribadito l’importanza di attuare un forte coordinamento tra ministeri e tra le PA locali e centrali che “remi verso direttrici comuni sulla digitalizzazione e sull’innovazione”.