Pitigliano si avvia a fare un salto nel futuro e a diventare il primo “borgo smart” d’Italia. Il piccolo centro in provincia di Grosseto, meta turistica che attrae visitatori per le sue “vie cave” e per il parco archeologico “città del tufo”, ha deciso di disegnare il proprio futuro all’insegna dell’innovazione con l’implementazione di servizi digitali all’avanguardia per l’efficientamento energetico, la sicurezza del territorio, la scuola, la sanità e il turismo, grazie a un accordo con Open Fiber, che porta la fibra ottica sul territorio comunale, e con Enea e Ingv. Puntare sulla fibra vuol dire scegliere una tecnologia sostenibile dal punto di vista ambientale ed energetico, che produce minime quantità di CO2 e che, come testimoniano diversi studi internazionali, può portare a ridurre il consumo di energia di circa l’85% per le reti di accesso in fibra rispetto a quelle in rame.
A spiegare in questa intervista a CorCom in cosa consiste il progetto e quale sarà la sua roadmap è Marco Ceppodomo, consigliere responsabile per la transizione digitale e l’ospedale.
Quanto la fibra ottica ha cambiato e cambierà la vita dei cittadini?
La fibra ottica ha rappresentato per il nostro Paese un cambio di velocità per i servizi pubblici e privati, ottimizzando l’utilizzo delle risorse e limitando i tempi di trasmissione e transazione. Soltanto per fare qualche esempio, nel campo della sanità rende possibile la trasmissione e l’analisi di immagini per la radiodiagnostica, consente di ottenere i referti degli esami con una velocità che prima non era possibile. L’obiettivo primario che abbiamo con questo progetto, per cambiare in positivo la vita ai cittadini, è che per tutti servizi che saranno digitalizzati vogliamo far muovere le informazioni senza far muovere le persone. Ma questo sarà possibile soltanto attraverso una infrastruttura informatica veloce e affidabile come quella abilitata dalla fibra ottica.
Quali sono i punti di forza del progetto di monitoraggio del territorio che avete implementato, e qual è in ruolo della fibra in questa cornice?
Parliamo di un progetto che porterà, per i cittadini, le imprese del territorio, la pubblica amministrazione e anche i turisti che vengono a trovarci, un valore aggiunto alto. I punti di forza sono che dal territorio avremo dati in tempo reale e senza l’impegno di risorse umane, da utilizzare per la sicurezza ma anche per la pianificazione dell’attività amministrativa. I dati potranno essere organizzati digitalmente e analizzati da un algoritmo di intelligenza artificiale che sarà in grado di segnalare anomalie e incongruenze e attivare automaticamente, quando sarà necessario, tutti gli alert del caso per far partire le verifiche. Inoltre, grazie alla memorizzazione e alla storicizzazione dei dati, sarà possibile capire quale sarà il modo migliore di fare evolvere i servizi, andando a formare un patrimonio di dati a supporto dell’amministrazione attuale e ovviamente anche di quelle future, per fare previsioni e fissare obiettivi. Inoltre la fibra, oltre a essere un mezzo a disposizione per la trasmissione rapida delle informazioni, può essere utilizzata, direttamente e indirettamente, come sensore e per il collegamento con misuratori, ad esempio nella prevenzione del rischio idrogeologico, contribuendo alla sicurezza del territorio e quindi dei cittadini e dei visitatori, rilevando eventi anche minimi che potrebbero sfuggire a un essere umano o a strumenti di misurazione meno sensibili.
Pensate di poter essere un’amministrazione “apripista” verso i “borghi digitali”?
Sì. Perché ciò che può offrire un servizio digitalizzato non è pensabile che possa essere offerto da un servizio “analogico”. Pensiamo a un bonifico bancario: l’utente può fare tutto in autonomia, senza intermediazioni. La digitalizzazione è ciò che ci permetterà di erogare servizi senza intermediari. E vista la qualità del servizio digitalizzato siamo sicuri che una volta aperta la strada non si tornerà più indietro, e che tanti altri piccoli borghi come Pitigliano – e in Italia ce ne sono più di 7mila – si uniranno. Senza considerare che la nostra esperienza potrebbe essere presa a esempio anche da altri piccoli centri non soltanto in Italia, ma anche all’estero.
Quali saranno i primi servizi che implementerete?
Partiremo con due servizi la cui tecnologia è già consolidata. Il primo è di connettere il servizio di gestione dell’illuminazione pubblica. Grazie a questo potremo in prospettiva ottenere due vantaggi: da una parte puntiamo al risparmio energetico, e quindi anche economico per le casse comunali, razionalizzando l’utilizzo delle risorse a seconda delle reali esigenze del territorio. Il secondo vantaggio sarà l’efficientamento della gestione dei guasti, che potranno essere rilevati direttamente grazie ai sensori distribuiti sulla rete. Se prima era necessaria una telefonata dell’utente per allertare le squadre di intervento, ora tutto il processo potrà essere digitalizzato, e gli alert partiranno automaticamente.
Il secondo progetto da cui vogliamo partire, particolarmente importante per la sicurezza del nostro territorio, è la gestione del rischio idrogeologico. Grazie alla fibra verranno piazzati sensori nei luoghi più a rischio, compresi quelli frequentati dai turisti. Quando il sensore avvertirà un movimento “anomalo” lo comunicherà al sistema, che lancerà una segnalazione che consentirà all’ente chiamato a intervenire di attivarsi prevenendo rischi più gravi.
Oltre a questo, in prospettiva, stiamo lavorando insieme a Uninsubria al progetto “Ucum”, acronimo che sta per “Urban Check-up mode”, grazie al quale potremo stilare un cronoprogramma dei servizi da digitalizzare, prendendo in considerazione la telemedicina, i servizi scolastici e i flussi turistici. Questi ultimi sono di particolare interesse perché quantificandoli in modo corretto, storicizzando i dati e analizzandoli nel modo migliore sarà possibile modellare al meglio l’offerta e gli spazi necessari all’accoglienza.
Che feedback state ricevendo dalla cittadinanza e dalle realtà produttive?
Il ritorno è molto incoraggiante. Ovviamente c’è ancora qualche titubanza, perché siamo nella fase progettuale e per arrivare a risultati concreti si dovrà aspettare ancora qualche mese. Ma proprio per coinvolgere al meglio i cittadini entro fine 2023 abbiamo in programma alcuni incontri pubblici grazie ai quali potremo far toccare con mano quali sono le potenzialità che il progetto può sviluppare per alzare il livello dei servizi.