“Siamo pronti a collaborare con l’Agcom sul diritto d’autore online”: lo ha detto Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust (Autorità garante della Concorrenza e del mercato) intervenendo alla presentazione dell’ultimo libro di Augusto Preta, “Televisione e mercati rilevanti – Convergenza e concorrenza nell’era di Internet” presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma.
Affrontando il tema dell’opera – come l’evoluzione tecnologica stia mettendo in discussione la tradizionale ripartizione del mercato televisivo – Pitruzzella ha sottolineato il crescente sviluppo delle nuove piattaforme digitali, che però portano inevitabilmente con sé anche problematiche legate al copyright. “Da qualche mese – ha detto a questo proposito – abbiamo avviato una riflessione interna sul tema, sulla quale però non possiamo ancora svelare niente. Aspettiamo le decisioni in materia dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, attese per settembre, e comunque ribadiamo la piena collaborazione con l’Agcom”. Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Agcom, ha infatti annunciato ad aprile scorso (proprio in coincidenza con la prima presentazione ufficiale del libro di Preta) l’intenzione di emanare una bozza di regolamento sul diritto d’autore online “entro l’estate”, avviando da maggio un’operazione di ascolto degli stakeholder e lo studio di analoghe esperienze internazionali sull’argomento.
Inoltre Pitruzzella ha ricordato che a maggio l’Antitrust ha presentato a governo e parlamento una mozione che sottolinea il ruolo fondamentale della Rete per la crescita dell’economia e sollecita la tutela dei contenuti editoriali su Internet, con soluzioni che tutelino contemporaneamente il diritto del pubblico alla diffusione della conoscenza e non soffochino le potenzialità della Rete. In particolare l’Authority propone di seguire le orme di un progetto di legge tedesco che consente ai soggetti impegnati nella produzione e diffusione di contenuti informativi di beneficiare della diffusione di tali prodotti sulla rete con un evidente vantaggio sotto il profilo dell’efficienza allocativa delle risorse del settore.
Sulla questione della concorrenza tra Ott (Over the Top) e mercato generale televisivo è intervenuto il viceministro dello Sviluppo Economico Antonio Catricalà, affermando: “La tv italiana deve rispettare una serie cospicua di regole. Ci sono quote da rispettare, obblighi da contratto di servizio, norme sui minori. Su Internet, invece, si può fare quel che si vuole. Questo non è corretto. Allora – ha proseguito – o si creano pubblici diversi per le diverse piattaforme, ed è evidentemente irragionevole, o si decide che tutti devono rispettare le stesse regole. Solo così si sarà più liberi di agire sul mercato”.
Per Antonio Martusciello, commissario dell’Agcom, “l’industria della comunicazione sta assumendo i contorni di un ecosistema digitale. Cambiano le modalità di fruizione del mezzo e sta sfumando anche il confine tra pay tv e tv in chiaro. Per cui l’Agcom si deve muovere con un approccio bifronte: guardare all’evoluzione del mercato ma tenere anche conto delle evidenze storiche dei mercati”.
A descrivere nel dettaglio il libro di Preta c’erano il coordinatore del dibattito, Gustavo Oliveri, docente della Luiss, Francesco Graziadei, anch’egli professore alla Luiss, e Vincenzo Visco Comandini, dell’Università di Roma Tor Vergata. I tre hanno sintetizzato ed esaminato nel dettaglio l’opera, che parte da alcuni presupposti: la forte integrazione esistente tra settori contigui e l’evoluzione tecnologica in atto da oltre un decennio (Tv digitale, internet, convergenza nei mercati delle comunicazioni elettroniche) sta mettendo in discussione la ripartizione tradizionale del mercato rilevante nel settore televisivo. Inoltre i più recenti contributi della teoria economica – mercati a due o più versanti – favoriscono una migliore interpretazione delle dinamiche relative a settori complessi e caratterizzati da un elevato livello d’innovazione.
Da parte sua l’autore, Augusto Preta, ha tenuto a sottolineare tre concetti: “Innanzitutto – ha detto – se non si eliminano alcune barriere sul fronte dell’Antitrust, è difficile eliminarne altre sul lato della regolamentazione. Come secondo punto vorrei rilevare che non c’è niente che non si possa misurare. Non è vero che la tv in chiaro, quindi free, non è misurabile. Le misurazioni avvengono non solo in termini di prezzo ma anche in base altri elementi come offerte particolari ecc. ecc.. Infine bisogna ammettere che la teoria economica finora non aveva usato al meglio la teoria del mercato su più versanti”.