Il cyber-crime non è più un business sicuro. Dello scorso marzo
la super-condanna (20 anni di carcere) per il capo di una banda di
criminali informatici colpevole di essersi impossessata dei dati di
decine di milioni di carte di credito da una catena di grandi
magazzini americana. Ancora, sempre nel 2010 condanna di 5 anni, in
Uk, per uno dei criminali informatici del forum di hacker
DarkMarket. Due anni, invece, all’autore della famiglia di virus
Allaple.
Nato come hobby, intorno al 2003 il malware è diventato un vero e
proprio business controllato da criminali e capace di generare
enormi profitti. Tuttavia, la trasformazione del malware da
“passatempo” online in attività criminale per diversi anni non
ha portato all’arresto degli autori degli attacchi. Nei rari casi
in cui queste persone sono state fermate e processate, le sentenze
non sono state quasi mai di condanna.
Ma nei primi quattro mesi del 2010 hanno fatto registrare un deciso
incremento degli arresti e dei procedimenti giudiziari nei
confronti della criminalità digitale in diversi Paesi. E’ quanto
emerge dal rapporto sulla sicurezza di F-Secure relativo alla prima
parte dell’anno.
“Le aziende che si occupano di sicurezza informatica non sono
forze di polizia, ma segnalano costantemente alle autorità il
materiale scoperto nel corso delle indagini sul cyber crime”,
dichiara Mikko Hyppönen, responsabile dei Laboratori di Ricerca di
F-Secure. “Siamo soddisfatti di vedere che il nostro contributo
sia utile alle autorità giudiziarie e speriamo che i recenti
arresti e le condanne rappresentino un reale segnale di cambiamento
nel modo di affrontare il crimine online”.