Una disciplina organica e dettagliata dei cosiddetti captatori legali, meglio conosciuti come strumenti di “perquisizione informatica a distanza” e software spia per raccogliere prove nell’ambito delle investigazioni penali. Questo l’obiettivo della proposta di legge sulla cybersecurity presentata stamane dal gruppo alla Camera dei Civici e Innovatori, gli ex montiani. In una conferenza stampa a Montecitorio il primo firmatario, Stefano Quintarelli, il capogruppo Giovanni Monchiero, il presidente della commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, il questore Stefano Dambruoso, hanno illustrato i capisaldi del provvedimento, che prevede una serie di misure e garanzie (dal pedinamento digitale alla disciplina delle esecuzioni delle intercettazioni telefoniche) a maggior tutela della privacy dei cittadini.
La pdl punta, dunque, a colmare un vuoto legislativo, visto che ad oggi il codice di procedura penale non contiene una specifica regolamentazione di questi mezzi di ricerca della prova, particolarmente insidiosi, che possono determinare significative limitazioni ai diritti fondamentali dei cittadini. Da diversi anni, si legge in una scheda tecnica del testo, la magistratura ha disposto “captazioni da remoto” di dati e intercettazioni vocali tra presenti, anche in movimento, o “perquisizioni informatiche a distanza, attraverso l’installazione e l’uso su dispositivi dell’utente (cellulari, tablet computer), e all’insaputa dell’utente stesso, di software occulti, cosiddetti cavalli di Troia informatici per raccogliere prove per le indagini”.
La pdl introduce il “pedinamento digitale”, “attivando le funzioni di acquisizione della posizione geografica del dispositivo, intercettazioni del traffico vocale ricondotte alle intercettazioni telefoniche e registrazioni audio/video ricondotte alle intercettazioni tra presenti”. Sono previste poi ”garanzie specifiche relative a strumenti e procedure, come l’autorizzazione da pm e convalida gip, la disciplina delle esecuzioni delle intercettazioni, segmentazione delle attività da effettuare, la conservazione dei dati presso la Procura, la verbalizzazione immodificabile dei procedimenti adottati, l’effettuazione da parte di personale di Pg e tutela della loro privacy e identità”.
Si stabilisce, inoltre, un “aumento delle pene qualora strumenti di osservazione e acquisizione da remoto vengano usati per scopo criminali, cagionando danni alla sicurezza nazionale e alle infrastrutture critiche del Paese o qualora l’intrusione informatica avvenga al fine di trattare illecitamente dati personali sensibili o giudiziari, o comunque, se a seguito dell’intrusione informatica tali dati vengono diffusi illecitamente.
”La proposta di legge è stata elaborata dopo aver ascoltato tutti gli operatori attivi nel settore dell’investigazione e del contrasto alle mafie e al terrorismo”, assicura Dambruoso.