Oggi l’IT spende circa il 78% del proprio budget nelle attività di routine, lasciando poco spazio all’innovazione. Tuttavia, esiste un modo per riallocare i budget dando priorità alle attività di trasformazione, e alcune organizzazioni stanno già adottando il modello di verifica della maturità sopracitato. Come primo passo, è importante che l’IT stabilisca il livello di maturità in cui si trova l’azienda nel “four-step maturity model” (che comprende le categorie di reactive, proactive, predictive e preemptive) e gli obiettivi da raggiungere nel corso dei prossimi due anni. Il modello è stato identificato dal nuovo “IT Operations Readiness Index”, report realizzato da Cisco intervistando oltre 1.500 responsabili IT di tutto il mondo per capire a che punto sono le organizzazioni nel loro percorso di trasformazione delle operation IT.
Le organizzazioni con livelli di maturità più elevata hanno riferito di raccogliere i dati da più aree della loro infrastruttura, eseguendo analisi approfondite e utilizzando l’automazione in modo diffuso. Per poter attuare procedure preventive, le aziende devono adottare un approccio data-driven che permetta di prevedere gli eventi (come per esempio le interruzioni di attività) e per l’appunto l’automazione per essere in grado di apportare cambiamenti continuativi e mantenere uno stato ottimale.
Nello specifico, secondo il report, il 28% dei budget IT degli intervistati viene speso per ottimizzare e portare miglioramenti alle operation IT. Il 68% del campione prevede di aumentare tale budget nei prossimi 12 mesi, mentre il 40% degli intervistati ha dichiarato di fare già “pesantemente” affidamento sui dati dell’IT per le decisioni aziendali.
L’88% dei leader IT ha dichiarato che il loro investimento in operations IT negli ultimi 12 mesi ha migliorato la soddisfazione dei clienti e l’89% ha notato miglioramenti in termini di innovazione. Ma solo il 14% ha raggiunto il livello più alto di funzionalità nelle operation IT e può fregiarsi di appartenere alla categoria “preemptive”. Il 26% si trova ancora al livello più basso, reagendo agli eventi IT solo al loro verificarsi (“reactive operations”). Tuttavia, il 33% prevede di passare al livello successivo entro due anni.
Le organizzazioni con capacità operative “preemptive” hanno il doppio delle probabilità di arrivare ad un’automazione costante rispetto alle organizzazioni meno avanzate e oltre il 50% di probabilità in più di eseguire la raccolta automatizzata dei dati. Eppure solo il 26% raccoglie dati su base continuativa; il 17% utilizza analisi automatizzate in tempo reale. La maggior parte delle attività sono ancora periodiche. Il 70% delle aziende ha attualmente un Chief Data Officer, un ruolo fondamentale per utilizzare intelligentemente i dati raccolti per migliorare le operazioni aziendali e l’IT. Le aziende si avvalgono in media di oltre 40 data scientist.
Per l’84% degli intervistati è “imperativo” avere accesso ai dati al di là di quanto raccolto internamente. Le organizzazioni più avanzate utilizzano già fornitori esterni per questo tipo di attività (ad esempio l’aggregazione dei dati); e anche i fornitori diventeranno una fonte importante per la raccolta di dati.
L’82% degli intervistati raccoglie già dati operativi e relativi alle prestazioni della propria infrastruttura di sicurezza, la più importante di qualsiasi altra area IT. La sicurezza è il più chiaro esempio della necessità di ottenere informazioni e di avere il controllo in tempo reale ed è la “punta di diamante” nell’investigare operazioni data-driven.
Il 42% degli intervistati ha dichiarato che l’intelligenza artificiale è la tecnologia emergente che avrà il maggiore impatto sulle loro competenze in fatto di automazione. Mentre il 51% dichiara di utilizzare già l’AI in una certa misura per migliorare le loro competenze nell’automazione.
Il 74% delle organizzazioni “preemptive” ha già raccolto dati dall’IoT rispetto al 59% delle organizzazioni “reactive”. Il 77% di tutte le aziende concorda sul fatto che l’internet delle cose è fondamentale per una gestione più efficiente della propria infrastruttura IT.