Più risparmio economico dall’ energia da rifiuti

Pubblicato il 03 Dic 2009

A pochi giorni dall’avvio del vertice ONU di Copenhagen, dove la
diplomazia internazionale discuterà la via verso un nuovo accordo
globale sul clima, sono stati presentati i risultati del progetto
E=mc2 “Energia da rifiuti in Italia: potenzialità di generazione
e contributo alle politiche di Mitigazione dei Cambiamenti
Climatici”.
Lo studio è stato finanziato da Unioncamere ed Ecocerved e
realizzato dal Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici
(CMCC) in collaborazione con Ecocerved, con il coordinamento
scientifico del Prof. Carlo Carraro, Rettore dell’Università
Ca’ Foscari di Venezia.
La ricerca E=mc2 analizza la produzione di energia elettrica da
rifiuti e si propone di valutarne il ruolo nell’ambito di una
politica di riduzione delle emissioni di gas serra, che
contribuiscono al riscaldamento globale e, quindi, al cambiamento
climatico.
Nel 2006, anno più recente per il quale sono disponibili i dati,
circa 3,9 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati oggetto di
incenerimento con recupero energetico e hanno generato elettricità
corrispondente all’impiego di 7,4 milioni di barili di petrolio.
Da oltre 500.000 tonnellate di biogas captato nelle discariche,
dove si forma a seguito della fermentazione dei rifiuti organici,
nel 2006 è stata prodotta, inoltre, energia elettrica equivalente
ad altri 2,3 milioni di barili di petrolio.

Secondo la ricerca, l’energia da rifiuti – pur incidendo in
misura piuttosto limitata attualmente – nei prossimi anni
crescerà fino a rappresentare il 3% circa della produzione
nazionale di energia elettrica nel 2020. In presenza di una
politica di mitigazione dei cambiamenti climatici si prevede,
infatti, che il mix degli input energetici del settore elettrico da
oggi al 2020 mostrerà un aumento delle quote di
termovalorizzazione e biogas, in un quadro più generale in cui il
contributo del gas naturale rimarrà sostanzialmente stabile e il
petrolio sostituirà progressivamente il carbone.

La possibilità di disporre della tecnologia di recupero energetico
dai rifiuti all’interno di una politica di mitigazione dei
cambiamenti climatici implementata a livello europeo, può valere
tra 87.000.000 € e 122.000.000 € l’anno (intorno all’ 1%
del Pil a seconda dello scenario economico considerato) sui costi
che il nostro Paese dovrà sostenere per ottemperare all’impegno
di tagliare le emissioni.

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