Sono ufficialmente in alto mare i cento milioni di euro in voucher che il decreto Destinazione Italia assegnava, ancora a dicembre 2013, alle “micro, piccole e medie imprese per sostenere l’acquisto di software, hardware o servizi per la digitalizzazione dei processi aziendali e l’ammodernamento tecnologico”.
Lo spiegano al nostro giornale dagli uffici del ministero dello Sviluppo economico che si stanno occupando della partita. “Entrambe le coperture previste dal decreto non sono utilizzabili e ora siamo alla ricerca di una copertura alternativa”.
Dal punto di vista formale, a sbloccare i voucher (10 mila euro ad azienda) dovrebbe essere un decreto direttoriale, del Mise, con i moduli da utilizzare per presentare la domanda dei voucher e sui termini di apertura dello sportello telematico; ma anche per definire il riparto su base regionale delle risorse finanziarie disponibili.
Ma il decreto aspetta a sua volta un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze cui è demandata, da Destinazione Italia, la determinazione dell’ammontare dell’intervento (nella misura massima di 100 milioni di euro).
“Ma il Mef non può fare il decreto perché non c’è copertura”, dicono da Sviluppo economico.
Il testo originale del decreto prevedeva risorse dalla programmazione dei fondi strutturali europei 2014-2020, che però è sbilanciata a favore del Sud. Già in fase di conversione del decreto in legge era scattato il campanello d’allarme per il Centro Nord e quindi nel testo finale si legge che la copertura possa venire anche da due fondi nazionali, Sviluppo e Coesione e dal Fondo di Rotazione (di cui alla legge 183/1987).
Su entrambi i fronti però c’è stallo. Sui fondi europei si aspetta l’esito del confronto con l’Europa, che prenderà ancora alcuni mesi. Per il Fondo Sviluppo e coesione, serve una delibera Cipe, che però denuncia l’assenza di copertura per il 2015. Le sole speranze adesso è che il Governo trovi una nuova copertura ed estenda al 2016 i voucher.
In ogni caso, si misura adesso il flop di un’iniziativa che aveva il peccato originale di non essere integrata all’interno di un piano strutturato per l’innovazione del Paese. Quale è adesso Crescita digitale, invece. Probabilmente i voucher scontano il fatto di essere stati pensati in una fase precedente al nuovo corso intrapreso dal Governo e dall’Agenzia per l’Italia digitale. L’insuccesso dei voucher ha se non altro il merito di confermare che una strategia nazionale unitaria è necessaria per incentivare il digitale in Italia.