Avanzano i progetti di digitalizzazione finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma risultati in chiaroscuro per l’e-health. Lo rileva uno studio del Parlamento europeo sull’avanzamento dei programmi finanziati dagli Stati membri con il Recovery Fund.
La missione 1 – Digitalizzazione e Innovazione
Nella missione 1 del Pnrr, quella dedicata appunto a digitale e innovazione, l’Italia ha registrato un +4,6% nella componente 2 (digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo) e un +0,2% sulla componente 1 dedicata all’innovazione nella PA.
“Nell’attuazione del Piano nazionale per la ripresa e il pieno utilizzo dei fondi del Recovery Fund pesa la capacità della pubblica amministrazione – si legge nel report – Nel contesto di un’amministrazione pubblica ancora percepita come meno efficiente rispetto alla maggior parte dei paesi Ocse, l’attuazione dei progetti correlati è stata considerata in ritardo rispetto ai tempi previsti”. Secondo il Parlamento Ue, “ponendo una maggiore attenzione ai progetti di grandi dimensioni e gestiti a livello centrale, si prevede che la revisione del Pnrr del 2023 aumenterà la probabilità di una piena attuazione”.
Lieve contrazione della componente 3 (Turismo e cultura 4.0) che registra un -1%.
Sanità digitale in chiaroscuro
Risultati in chiaroscuro per la Missione 6 dedicata alla Salute: la componente 2 sulla digitalizzazione del servizio sanitario nazionale registra un -8,7% mentre sale di oltre il 10% la componente 1 dedicata a telemedicina e servizi di prossimità.
Ministeri e risorse
A livello centrale, le amministrazioni responsabili dell’attuazione delle maggiori dotazioni di risorse Ue nell’ambito del Pnrr sono:
- il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (39,8 miliardi di euro, di cui il 15,2% spesi alla fine del 2023);
- il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (33,7 miliardi di euro, di cui il 41,6% spesi);
- il ministero delle Imprese e del Made in Italy (28,9 miliardi di euro, 47,7% spesi);
- il ministero dell’Istruzione e del Merito (17,1 miliardi di euro, 17,5% spesi);
- il ministero della Salute (15,6 miliardi di euro, 3,8% spesi).
I dati sulle Regioni
Nell’attuazione del Pnrr italiano, le autorità regionali e locali “dovrebbero svolgere un ruolo importante”, e molte di queste autorità sono nell’elenco dei 100 maggiori beneficiari del piano di settembre 2023, tra cui: Lombardia (16,4 miliardi di euro), Campania (15,9 miliardi di euro), Lazio (13,2 miliardi di euro), Puglia (12 miliardi di euro), Roma (10,9 miliardi di euro) e Palermo (7,1 miliardi di euro).
Quanto ha speso l’Italia
Alla fine del 2023 risulta che l’Italia aveva speso 43 miliardi di euro, ovvero il 22% delle risorse dell’Ue disponibili per il suo Piano nazionale per la ripresa (Pnrr), “il che suggerisce l’importanza del periodo fino all’agosto 2026 per la piena attuazione, anche delle sue misure di investimento”, si legge nel documento. In cifre assolute il Pnrr dell’Italia è il più grande nell’ambito del programma di ripresa post-pandemica Next Generation EU. Nel dicembre 2023, una revisione ha apportato varie modifiche al piano: ora è dotato di risorse dell’Ue per un valore di 194,4 miliardi di euro tra sovvenzioni (68 miliardi) e prestiti.
L’Italia investirà 75,9 miliardi di euro, pari al 39% del totale del Pnrr, nella transizione verde. Le misure per la transizione digitale ammontano invece a 47,1 miliardi, il 24,2% del totale delle risorse messe a disposizione tramite Recovery Fund. Le autorità italiane hanno deciso di imprimere una portata maggiore rispetto agli obiettivi minimi Ue (37% e 20% di uso dei fondi per le due transizioni, rispettivamente).
Inps, 108 nuovi servizi con fondi Pnrr
Prosegue intanto la digitalizzazione dei servizi dell’Inps nell’ottica di una sempre maggiore semplificazione che risponda alle esigenze degli utenti: grazie al Pnrr, si legge nella Relazione 2023 presentata dall’Inps, la digitalizzazione dei servizi e dei contenuti “One click by Design” ha riguardato nel 2024 108 servizi (100 era il target da raggiungere) dopo i 95 del 2023 (70 era il target). L’Inps punta a ridurre al minimo le informazioni chieste agli utenti (evitando di chiedere di reinserire quelle in proprio possesso) e ad aumentare i servizi che si possono chiedere attraverso le domande precompilate.
Secondo la relazione tra dicembre 2021 e febbraio 2024 sono state presentate 6,95 milioni di domande di Assegno unico per 11,3 milioni di figli 2 mentre sono pervenute 62.134 richieste di Disability card, di cui recapitate 195.877 tra febbraio 2022 e febbraio 2024. Da ottobre 2021 a febbraio 2024 Sono stati registrati 10,7 mln accessi con delega digitale. L’Inps segnala che nei primi due mesi del 2024 sono state presentate 1,4 milioni di dichiarazioni di Isee precompilato mentre si è velocizzata la risposta alle domande di Naspi con l’82% delle richieste arrivate nel 2023 (2,04 milioni nel complesso) che viene evasa in 15 giorni (+4 punti percentuali sul 2022).
Cresce anche l’attenzione per il servizio Pensami, simulatore degli scenari pensionistici che dà la possibilità di calcolare il momento nel quale si potrà andare in pensione a seconda dell’età e degli anni di contributi versati (1,8 milioni di accessi tra gennaio 2023 e febbraio 2024).