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Pnrr e digitale, 40mila progetti in fase conclusiva ma al ralenti il Piano Italia a 1 Giga



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La missione Digitalizzazione e Innovazione al quarto posto per spesa (14,8%) dopo Istruzione e Ricerca (35,5%), Infrastrutture (33,6%) e Salute (22,3%). Per la banda ultralarga nelle aree grigie utilizzati 500 milioni su 1,4 miliardi. Il ministro Urso rassicura: “I tagli previsti dalla manovra di bilancio non impatteranno sull’innovazione”

Pubblicato il 9 ott 2024

Federica Meta

Giornalista



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Sono 40mila i progetti in fase conclusiva afferenti alla Missione 1 (Digitalizzazione e Innovazione) del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È quanto emerge da un report dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) che riporta i dati della piattaforma Regis, il sistema è sviluppato per supportare le attività di gestione, di monitoraggio, di rendicontazione e di controllo del Pnrr e che mira a garantire lo scambio elettronico dei dati tra i diversi soggetti coinvolti nella Governance del Piano.

I dati della Missione 1

Entrando nel dettaglio, l’Upb rileva che per la missione Digitalizzazione e Innovazione è stato speso, fino al 2 ottobre, il 14,8% degli 11,4 miliardi stanziati per il 2024. Dati che la collocano al 4° posto per risorse investite dopo Istruzione e ricerca (35,5%), Infrastrutture (33,6%) e Salute (22,3%). Per il piano Piano a Italia a 1 Giga, uno dei pilastri strategici della missione, si conta una spesa di 0,5 miliardi su un totale programmato di 1,4 miliardi. Di contro la Missione 1 risulta essere quella con più progetti in fase conclusiva: sono 40mila.

I dati complessivi del primo semestre 2024

La spesa complessivamente sostenuta al 2 ottobre 2024 ammonta a 53,5 miliardi, pari al 27,5 per cento del totale delle risorse finanziarie del Pnrr (194,4 miliardi). Di questi, 27,3 miliardi si riferiscono al Superbonus (13,9 miliardi) e a vari crediti d’imposta (13,4 miliardi per beni strumentali 4.0, beni immateriali non 4.0, beni immateriali tradizionali, R&S e innovazione e formazione), che hanno raggiunto il relativo plafond.

Nel 2024 le risorse finanziarie previste nel cronoprogramma sono circa 44 miliardi di cui solo 8,9 effettivamente spesi (20,3 per cento)22. I ritardi nella spesa coinvolgono tutte le Missioni con una prevalenza nella Missione 2 (Rivoluzione verde), nella Missione 5 (Inclusione e coesione) e nella Missione 1 (Digitalizzazione). In particolare, nella Missione 2 sei misure, alle quali corrispondono risorse per circa 3,1 miliardi, hanno registrato spese per circa 250 milioni; nella Missione 5 la riforma relativa alle politiche attive del mercato del lavoro (ALMPs e formazione professionale; 2,4 miliardi) ha finora comportato una spesa di 43 milioni; nella Missione 1 al “Piano Italia a 1 Gbps” (1,4 miliardi) corrisponde una spesa di 0,5 miliardi, mentre per la misura “Supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo”, con una dotazione complessiva di 2,5 miliardi a valere interamente sul 2024, non risulta alcun movimento finanziario. Quote maggiori di spesa effettuata si rilevano nella Missione 4 (Istruzione) e nella Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile). In particolare, nella Missione 4 vi è un avanzamento generalizzato dei vari interventi e, in particolare, di quello relativo a Scuola 4.0, seppure con riferimento al Piano asili nido e scuole dell’infanzia (1,4 miliardi preventivati) si evidenzino solo circa 40 milioni di spesa. Nella Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) quote maggiori di spesa si rilevano per la contabilizzazione dei vari investimenti legati all’alta velocità.

Le criticità della piattaforme Regis

L’Upb accende i riflettori anche sulla funzionalità di Regis. Che, si legge nel report, continua a presentare criticità per la presenza di informazioni tra loro non sempre coerenti e per i ritardi che ancora sussistono nella registrazione delle singole operazioni. “Le recenti revisioni del Pnrr, quella più ampia del 2023 e quella più limitata del 2024 – puntualizza l’Ufficio – sono state solo in parte recepite nella piattaforma, determinando disallineamenti che ostacolano una visione complessiva sullo stato del Piano. Ad esempio, tra i progetti sono ancora inclusi quelli avviati nell’ambito delle misure parzialmente definanziate con la revisione del 2023”.

Le rassicurazioni di Urso

I dati rilasciati dall’Ufficio parlamentare di bilancio arrivano contestualmente all’annuncio dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di tagli corposi nella prossima manovra di bilancio. A questo proposito il ministro delle Imprese, Adolfo Urs, ha rassicurato sul fatto che la riduzione di budget non impatterà sui progetti di innovazione.

“Come tutti i dicasteri e non è la prima volta, dovremo fare dei tagli interni che mireremo molto bene per evitare che possano avere ricadute sui nostri strumenti – ha detto – Come abbiamo fatto negli anni precedenti – ha aggiunto -, ogni qual volta che ci è stato chiesto, siamo riusciti a fare dei tagli che non hanno inciso sull’azione esterna del ministero, anzi la nostra efficienza è significativamente aumentata come dimostrano anche le risorse che abbiamo già ampiamente utilizzato per il Pnrr. Per questo nella rimodulazione delle risorse del Pnrr, dei 17 miliardi di euro che sono stati ricollocati, 9,7 miliardi di euro, quasi 10 miliardi di euro, sono stati assegnati al nostro dicastero per destinarli all’innovazione tecnologica e green delle nostre imprese”.

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