SCENARI

Pochi “esperti digitali”, pochissimi “campioni”: così le imprese italiane si danno la pagella

Ancora lunga la strada verso l’innovazione per il tessuto imprenditoriale: emerge dal sistema di autovalutazione lanciato da Unioncamere. Il segretario generale Giuseppe Tripoli: “Con l’assessment le aziende possono individuare i loro punti di forza e di debolezza sul fronte delle nuove tecnologie. E programmare gli interventi necessari”

Pubblicato il 17 Lug 2018

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La competenza digitale prende piede nel tessuto imprenditoriale italiano. Ma la strada è ancora lunga. Solo l’8% delle aziende è esperto delle tecnologie 4.0, mentre solo il 4% può fregiarsi del titolo di “campione digitale”. Emerge dalla fotografia scattata da Unioncamere sulle 1.151 imprese che hanno effettuato il test di maturità digitale “Selfi 4.0”, strumento di autovalutazione messo a punto gratuitamente dalle Camere di commercio italiane.

A tre mesi dal lancio online del servizio su www.puntoimpresadigitale.camcom.it, i risultati del self assessment evidenziano 5 diversi profili di maturità digitale delle imprese: il 7% risulta “esordiente digitale”, cioè legato ad una gestione tradizionale dell’informazione e dei processi; il 49% è “apprendista digitale”: utilizza strumenti digitali “di base”; il 32% si classifica come “specialista” avendo digitalizzato buona parte dei processi; l’8% è “esperto”, ovvero applica con successo i principi dell’Impresa 4.0. Ma solo il 4% delle imprese viene promosso “campione” in quanto dimostra una buona digitalizzazione dei processi e ricorso a tecnologie 4.0.

L’iniziativa rientra tra i servizi offerti dalla rete degli 88 Punti impresa digitale (Pid) che il Sistema camerale sta realizzando per supportare i processi di digitalizzazione del nostro tessuto imprenditoriale. Il tool viene utilizzato soprattutto dalle imprese di piccole dimensioni con un fatturato che non supera i 2 milioni di euro (54%), in gran parte provenienti dal Nord (66%). Più della metà di queste imprese ha già fruito di agevolazioni previste dal Piano nazionale impresa 4.0.

“Con l’assessment le aziende possono individuare i loro punti di forza e di debolezza sul fronte delle nuove tecnologie. E così possono programmare gli interventi necessari. I Pid delle Camere di commercio servono proprio a questo”, sottolinea il segretario generale di Uniocamere Giuseppe Tripoli.

Dalla fotografia risulta che molte aziende hanno già digitalizzato alcuni processi soprattutto con il ricorso a sistemi gestionali 3.0: quasi il 40 % utilizza sistemi Erp e Mes, mentre il 23% delle imprese usa sistemi di vendita online. Il ricorso alle tecnologie abilitanti del Piano Impresa 4.0 è ancora timido: il 6,8% delle imprese utilizza Industrial Internet e Internet of Things; il 5% fa uso di sistemi di manifattura additiva (stampanti 3D); solo il 4,2% ricorre a soluzioni per la manifattura avanzata (come i robot collaborativi) e il 4,1% utilizza sistemi di realtà virtuale e/o aumentata. Significativo, invece, l’uso di sistemi per la gestione e la protezione dei dati e delle informazioni: il 34,8% utilizza il cloud e il 29,4% garantisce la sicurezza delle informazioni affidandosi a sistemi di cyber sicurezza e business continuity.

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