Cresce l’utilizzo delle Ict da parte delle Pmi italiane, ma il
mercato delle soluzioni in modalità “as a Service” ovvero a
consumo è ancora embrionale.
É la fotografia scattata da un rapporto dell’Osservatorio Ict &
Pmi della School of Management del Politecnico di Milano.
“L’obiettivo principale è stato quello di analizzare
l’adozione di soluzioni Ict in modalità “tradizionale” ed
“as a Service” da parte delle Pmi italiane, in un campione
statisticamente significativo di imprese tra i 10 e i 500 addetti.
Sono stati, quindi, sintetizzati i principali fattori che, ad oggi,
influenzano l’adozione di soluzioni in modalità as a Servic –
spiega il responsabile scientifico, Raffaello Balocco. E il primo
gap che può condizionare pesantemente l’adozione di queste
soluzioni a consumo è rappresentato dalla qualità dell’offerta,
sia a livello di maturità sia a livello di affidabilità dei
fornitori. Il secondo fattore è a livello di conoscenza molto
superficiale del fenomeno dell’as a Service da parte delle Pmi
italiane. Infine esiste un gap infrastrutturale. Ovvero
l’utilizzo di qualsiasi soluzioni a consumo richiede la
disponibilità di tecnologie di connessione ad Internet a banda
larga, che garantiscano un elevato livello di servizio”.
Nello specifico, rispetto alla situazione analizzata 3 anni fa,
emerge una maggiore maturità delle Pmi italiane nell’utilizzo
delle diverse tipologie di sistemi gestionali. Le imprese che non
possiedono nessun gestionale si riducono dal 12% al 9%, mentre
aumenta invece la diffusione di sistemi Erp internazionali a
scapito della diffusione di gestionali nazionali, in leggero
calo.
“L’utilizzo di sistemi gestionali in modalità as a Service
risulta confinato ad alcuni ambiti specifici – specifica il
report -. In particolare, sono stati individuati casi interessanti
di adozione da parte di imprese di piccole o micro dimensioni
operanti, in prevalenza, nel settore dei servizi, con esigenze Ict
limitate. I sistemi adottati si configurano come “pacchetti
semplici” e supportano prevalentemente attività di natura
amministrativa e contabile e, solo in pochi casi, attività di
gestione del magazzino”.
Ad aumentare invece sensibilmente è l’utilizzo di applicazioni
di Business Intelligence, in tutte le classi dimensionali, ma è ad
oggi marginale l’adozione di tali applicazioni in modalità as a
Service. Il principale ostacolo risiede nella difficoltà di
integrazione dell’applicazione con i molteplici database
aziendali, dai quali vengono estratti i dati per effettuare le
elaborazioni e generare report o cruscotti.
“Tale difficoltà è aggravata dall’elevato livello di
frammentazione e disaggregazione dei dati che caratterizza
l’architettura IT di molte Pmi italiane – precisano gli esperti
del Politecnico -. Se guardiamo all’offerta, anche la maggior
parte dei fornitori di applicazioni di Business Intelligence sta
indirizzando le proprie soluzioni in modalità as a Service (quando
presenti) verso il mercato delle grandi imprese. Per il futuro si
intravvede un potenziale di diffusione per applicazioni verticali
che non richiedano un’eccessiva personalizzazione e che
consentano di minimizzare lo scambio di dati con il sistema
informativo dell’impresa.
Le applicazioni di Crm sono utilizzate da una percentuale di Pmi
che varia dal 9% per le imprese di dimensioni minori, fino al 24%
per le imprese con più di 250 addetti. Circa il 3% delle Pmi
italiane ha adottato tali applicazioni in modalità as a Service.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di imprese di medie
dimensioni operanti nel comparto dei Servizi e della Distribuzione
Commerciale all’ingrosso, mentre sono minori i casi di imprese
operanti nel comparto manifatturiero.
Circa un’impresa su 3, inoltre, utilizza un’applicazione di
gestione delle Risorse Umane. In particolare, le imprese di piccole
dimensioni utilizzano prevalentemente applicazioni a supporto della
gestione delle presenze, dei turni, e, in alcuni casi,
dell’elaborazione delle paghe, mentre solo nelle imprese di
dimensioni maggiori iniziano a diffondersi applicazioni più
complesse, per la gestione delle attività di selezione,
recruiting, training. Alcune imprese con più di 250 addetti hanno
adottato applicazioni as a Service prevalentemente a supporto delle
attività di amministrazione del personale, del controllo delle
presenze e della gestione delle trasferte. Da sottolineare come, ad
oggi, l’offerta di tali soluzioni in modalità as a Service sia
rivolta prevalentemente ad imprese di grandi dimensioni (superiori
ai 500 addetti) e proposta dai fornitori in alternativa ai propri
pacchetti erogati in modalità tradizionale.
L’infrastruttura ICT
Per quanto riguarda le infrastruttute il Polimi rileva che le
piccole e medie aziende italiane utilizzano, in media, 0,7 Pc fissi
e 0,3 Pc portatili per addetto, con una variazione sulla base della
dimensione d’impresa. Rispetto al 2007 si evidenzia un aumento
del livello di informatizzazione da parte delle imprese di tutte le
classi dimensionali. Per quanto riguarda i server, rispetto al 2007
si evidenzia una riduzione del numero di server fisici, a seguito
di progetti di consolidamento dell’infrastruttura e
dell’utilizzo sempre più diffuso di soluzioni di
virtualizzazione, parzialmente compensata da un aumento del livello
di informatizzazione delle imprese.
"Se guardiamo all’adozione di servizi infrastrutturali in
modalità as a Service, emerge come l’adozione sia ancora in fase
embrionale – puntualizza la ricerca -. Circa il 3% delle PMI
italiane ha acquistato, nel corso del 2009, capacità elaborativa
in modalità “as a Service” – prevalentemente con
l’obiettivo di testare il servizio, mentre ca. il 6% ha
acquistato servizi di storage e backup dei dati.
E se l’as a service non decolla nel presente andrà meglio in
futuro. Circa il 20% delle Pmi si dimostra interessato
all’adozione futura di almeno un’applicazione in modalità as a
Service.