“Allo scopo di venire incontro alle nuove esigenze legate all’offerta, il legislatore ha ritenuto che gli utenti dovessero avere a disposizione ‘ulteriori servizi postali universali’ e, conseguentemente, ha previsto che un servizio di base (Posta ordinaria) fosse affiancato da un servizio espresso (Posta prioritaria), reintroducendo una differenziazione tra servizi basilari e servizi più evoluti già in passato esistente”. E’ questa l’interpretazione di Agcom che emerge dalla delibera 662/15 confermativa della 396/15, nella quale si risponde ai rilievi dell’Antitrust. Nel mirino di Agcm è finito il servizio di Posta prioritaria Pro (destinato alla clientela busibess) inserito nel perimetro del servizio universale di Poste Italiane. Secondo l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella questo inserimento sarebbe lesivo della concorrenza, soprattutto sul fronte e-commerce.
Nela delibera si evidenzia come, in realtà il perimetro del servizio universale non sia deciso da Agcom ma dal legislatore: l’Autorità si è limitata ad esercitare i suoi poteri regolatori definire, in base alla proposta presentata da Poste Italiane, i livelli di servizio, gli obiettivi di qualità e le tariffe dei servizi. Nel dettaglio è la legge 190 del 2014 che, ritenendo esserci una carenza del mercato nell’offerta, ha previsto due distinti servizi di corrispondenza, reintroducendo il servizio di posta ordinaria: “ciò ha comportato quello che, peraltro solo impropriamente, può essere definito un ampliamento del servizio universale”. È l’interpretazione di Agcom.
Inoltre, secondo Agcom, il fatto che la delibera 396/15 ricomprenda nell’ambito del servizio universale il servizio di Posta Prioritaria Pro non può suscitare perplessità. Non si tratta, infatti, di un ampliamento del perimetro del servizio universale che, tra l’altro, non potrebbe essere considerato frutto di un’autonoma determinazione di questa Autorità – si legge nel documento votato dal Consiglio – In realtà, inserendo il servizio di Posta Ordinaria all’interno del servizio universale, ed affiancando lo a quello di Posta Prioritaria già esistente, è ripristinata una differenziazione di servizi di corrispondenza già prevista in un recente passato.
Dunque ricomprendere all’interno del servizio universale due servizi di corrispondenza comporta, necessariamente, la necessità di una loro differenziazione: con l’ulteriore e obbligata conseguenza di dover attribuire al servizio espresso di Posta Prioritaria caratteristiche qualitativamente superiori rispetto al servizio di base di Posta ordinari.
Secondo l’Antitrust l’inserimento del servizio Pro in quello universale di Poste sarebbe lesivo della concorrenza. Secondo l’interpretazione di Agcom così non è. E la spiegazione si trova ancora nella delibera: il servizio di tracciatura, previsto per la Posta Prioritaria, non comporta alcun ampliamento del servizio universale né può esser considerato un elemento idoneo a distorcere la concorrenza.
Si rimarca infatti che la tracciatura che caratterizza la Posta Prioritaria è oggettivamente di livello qualitativo inferiore e non paragonabile a quello offerto dagli operatori in concorrenza, i corrieri espresso. Questi ultimi offrono un servizio di tracciatura che copre integralmente tutte le fasi di lavorazione (dalla raccolta al recapito con il monitoraggio di tutti ipassaggi i ntermedi) rispetto a quello offerto da Poste che, invece, è limitato alla sola fase del recapito. Le dinamiche concorrenziali esistenti, secondo Agcom, non sono alterate perché chi vuole un servizio di tracciatura completo e per oggetti di non modesto valore continuerà a rivolgersi ai corrieri.