SCOMMESSE

Poste si sfila dal gaming online: la licenza torna ai Monopoli

L’azienda guidata da Francesco Caio rinuncia alla concessione per le scommesse in rete, acquistata nel 2011 per 350mila euro. Dopo le polemiche che avevano investito la società e il ricorso di Stanleybet che aveva allungato i tempi, siamo alla “revoca concordata” del servizio

Pubblicato il 23 Set 2014

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Niente giochi e scommesse online per Poste italiane. L’azienda ha infatti deciso di restituire all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli l’autorizzazione acquistata nel 2011 per 350mila euro. In quell’occasione poste era stata la prima azienda ad accaparrarsi le nuove licenze messe in vendita dai Monopoli.

Della decisione appena presa dal management di Poste, al cui vertice siede Francesco Caio, si parlava già da qualche tempo tra gli addetti ai lavori: quella del gaming online veniva ormai infatti considerata come un’attività non strategica, del gruppo, che aveva tra l’altro causato una serie di polemiche e di attacchi verso l’azienda. Proprio il subbuglio creato dalla notizia dello sbarco di poste nel campo delle scommesse sui media e nell’opinione pubblica aveva sconsigliato l’avvio di una campagna di promozione e di comunicazione su “Postegioca”, un servizio che avrebbe potuto spaziare dalle scommesse al poker online al bingo.

Le licenze inoltre sono diventate operative con grandi ritardi, per l’attesa dovuta alla definizione della controversia con Stanleybet, che contro l’assegnazione delle licenze aveva immediatamente presentato un ricorso.

Nell’occasione Postemobile, assegnataria della concessione, avrebbe scelto di non rivendere a terzi la licenza ottenuta a suo tempo, ma di restituirla direttamente ai Monopoli, attraverso una procedura di revoca concordata.

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