LA RISPOSTA

Pra digitale, l’Aci replica alle critiche: “Fase transitoria, risparmi a regime”

Il comunicato diffuso dall’Automobile Club d’Italia risponde al dubbio sull’effettiva riduzione di spese, carta e inchiostro sollevato da Unasca Studi. Brandi (Pra): “Necessaria digitalizzazione integrale dei processi”

Pubblicato il 27 Ott 2015

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La scorsa settimana erano arrivate da Unasca Studi, l’associazione aderente a Confcommercio che riunisce autoscuole, scuole nautiche e studi di consulenza automobilistica, alcune critiche sui mancati risparmi dalla digitalizzazione del Pra. La risposta dell’Aci non si è fatta attendere: in un comunicato diffuso nel tardo pomeriggio di oggi l’Automobile Clud d’Italia ha infatti presentato un primo bilancio degli effetti ottenuti finora, in cui si evidenzia soprattutto la necessità di attendere che i nuovi sistemi digitali vadano a regime.

“Le procedure di lavorazione del CdP digitale non sono evidentemente da sole sufficienti al risparmio di 30 milioni di fogli di carta ogni anno” – spiega l’associazione, secondo la quale un tale risultato sarà possibile solo con la completa digitalizzazione dei processi operativi. Ma non basterà comunque, visto che secondo l’Aci sarà anche necessaria “l’auspicata adesione al nuovo sistema realizzato da Aci (Semplific@uto, ndr) da parte di tutti gli studi di consulenza automobilistica anche nell’interesse di migliorare la qualità dei servizi resi ai loro clienti”.

La ricerca di Unasca Studi aveva denunciato un aumento da 1 a 5 dei fogli necessari per il passaggio di proprietà. Su questo aspetto è intervenuto direttamente Giorgio Brandi, direttore del servizio Pra: “La necessità di stampare più fogli è circoscritta a meno del 10% delle operazioni, mentre per oltre il 90% delle stesse è rimasta la stampa di 1 solo foglio”.

L’ente di via Marsala ha inoltre specificato che la stampa di maggiori fogli riguarda esclusivamente le operazioni complesse, caratterizzate dalla presenza negli atti di vendita di più soggetti. Su questa fattispecie concreta, spiega l’Aci, non è cambiato nulla rispetto a quanto si verificava con il vecchio certificato di proprietà cartaceo.

L’associazione si è difesa ricordando che anche la nuova ricevuta che viene ora rilasciata con il Cdp digitale (oltre 600mila quelli rilasciati) ha una grammatura delle carta inferiore alla vecchia versione di carta. Al di là del botta e risposta al grammo, il direttore del Pra ha ricordato che la trasformazione digitale non è mai stato nelle intenzioni un processo da completare dall’oggi al domani: “È stato sottolineato molte volte come questa sia soltanto una fase transitoria che sarà superata fin da febbraio 2016, attraverso la completa digitalizzazione dei processi – spiega Brandi – Sono peraltro state già individuate e sono oggetto della circolare odierna alcune semplificazioni operative che da subito ridurranno il numero dei casi in cui è richiesta la stampa di più fogli”.

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