la polemica

Presidenziali Usa e fake news, scontro Breton-Musk



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Il magnate di X e Tesla non ha gradito l’avvertimento lanciato dal Commissario Ue al Mercato interno che ricordava l’obbligo di rispettare il Digital Services Act. Nel mirino l’intervista a Donald Trump. La presidente von der Leyen fa sapere che lettera non è stata concordata con il collegio dei commissari, ma ricorda: “Tutte le grandi piattaforme devono seguire le norme”

Pubblicato il 13 ago 2024

Federica Meta

Giornalista



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È scontro aperto tra la Ue e Musk. Ad accendere la miccia la lettera del Commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton che, prima dell’intervista del tycoon a Donald Trump, aveva avvertito sulla necessità di non diffondere fake news. Avviso che il magnate di Tesla e X ha rispedito al mittente. Nella polemica è intervenuto anche un portavoce della campagna di Trump che ha invitato Bruxelles a – testuale – “farsi gli affari suoi”.

Nel mezzo i chiarimenti della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che per bocca della sua portavoce, Arianna Podestà, fa sapere di non aver concordato la lettera con il collega Breton.

“Quello che il commissario Breton ha espresso nella lettera è una preoccupazione generale, sottolineando, che le regole ai sensi del Digital Services Act devono essere rispettate dalle grandi piattaforme – ha fatto sapere – Per quanto riguarda i tempi e la formulazione della lettera, questi non sono stati né coordinati, né concordati con la presidente von der Leyen, né con il Collegio dei commissari”. E ha sottolineato “Nessuna intenzione di interferire con le elezioni Usa”.

La lettera di Breton

Prima dell’intervista a Trump, in una lettera indirizzata al magnate proprietario di X, il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha ricordato l’obbligo per il social di rispettare le norme Ue contenute nel Digital Services Act relative alla moderazione e alla rimozione “tempestiva” di eventuali contenuti illeciti o fake news. Il live con Trump “sarà accessibile anche agli utenti all’interno dell’Ue”, osserva Breton, avvertendo che Bruxelles sarà “estremamente vigile riguardo a possibili violazioni del Dsa”. “Non esiteremo a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, comprese misure temporanee” contro X, “se sarà necessario per proteggere i cittadini europei”, sottolinea.

Nella sua missiva, Breton si dice “costretto a ricordare” a Musk “i doveri di diligenza previsti dal Digital Services Act”. Le norme a cui è sottoposta X prevedono l’obbligo di “garantire che la libertà di espressione e di informazione, inclusa la libertà dei media e il pluralismo, sia effettivamente protetta e che tutte le misure di mitigazione proporzionate ed efficaci siano in atto” davanti “all’amplificazione di contenuti dannosi” su “eventi rilevanti” come l’intervista a Trump che “potrebbe aumentare il profilo di rischio di X e generare effetti dannosi sul discorso pubblico e la sicurezza”. Queste responsabilità, evidenzia ancora il commissario Ue, sono “importanti” anche alla luce di quanto accaduto durante i ‘riots’ che la scorsa settimana hanno travolto il Regno Unito, “causati dall’amplificazione di contenuti che promuovono odio, disordine, incitamento alla violenza o disinformazione”. Il francese – indicato da Emmanuel Macron come rappresentante di Parigi a Bruxelles anche per la nuova Commissione von der Leyen – indica anche che gli obblighi del Dsa “si applicano senza eccezioni all’intera comunità di utenti e dei contenuti di X, incluso” lo stesso Musk “che come utente ha oltre 190 milioni di follower”. Nella lettera viene poi ricordata l’indagine Ue già in corso nei confronti di X legata alle lacune mostrate sulla diffusione di contenuti illegali e sull’efficacia di misure adeguate per combattere la disinformazione. “Qualsiasi effetto negativo” che sarà osservato nel corso del live con Trump, è il monito, “potrebbe essere rilevante” per Bruxelles per valutare la conformità di X e decidere di intraprendere nuovi eventuali passi contro la piattaforma.

La reazione di Musk

L’avvertimento lanciato a X dal commissario Ue “è un tentativo senza precedenti di estendere una legge destinata ad applicarsi in Europa alle attività politiche negli Stati Uniti”, scrive la ceo di X, Linda Yaccarino, sul suo account social. Breton, aggiunge, “tratta in modo paternalistico i cittadini europei, suggerendo che siano incapaci di ascoltare una conversazione e di trarre le proprie conclusioni”. Lo stesso Musk ha replicato su X alla lettera di Breton con un ironico “Bonjour!”. Nel frattempo, rompendo un silenzio di quasi un anno su X, Donald Trump è tornato a postare sulla piattaforma nel giorno dell’intervista con Musk, che incassa così una vittoria. “Vogliono farmi tacere perché non permetterò mai che vi facciano tacere”, afferma Trump in un video pubblicato sul suo account. “Non ce l’hanno con me. Ce l’hanno con voi”, chiosa il tycoon.

La reazione della politica

Lo scontro ha sollevato polemiche anche sul fronte politico europeo. Secondo il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, “la lettera del commissario Ue Thierry Breton che minaccia Elon Musk a poche ore dalla sua diretta con Donald Trump è una vergogna assoluta. Siamo alla censura preventiva, alla polizia del pensiero, alla repressione orwelliana”.

“Una roba da Maduro (che non a caso pochi giorni fa ha silenziato la piattaforma X), altro che “valori europei” e “stato di diritto”, rincara Fidanza, sottolineando che “comunque la si pensi, uomini e donne libere dovrebbero insorgere a difesa della libertà di espressione”.

Di tutt’altra opinione Renew. “A capo di uno dei più grandi social network del mondo, Elon Musk deve lottare contro i contenuti illegali che abbondano lì. Nell’Unione europea non possono in nessun caso essere tollerati contenuti che incitano all’odio o alla violenza”. Così in un post su X la presidente del gruppo Renew Europe al Parlamento europeo, Valérie Hayer, che ringrazia il commissario Thierry Breton per la lettera inviata ieri al presidente di X.

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