TURISMO DIGITALE

Prezzi ridotti e alloggi di qualità, così Booking & Co. scalzano le agenzie di viaggi

Tariffe ridotte del 9% e alberghi più vicini alle esigenze dei clienti trainano le prenotazioni online in Italia. E l’indotto registra un giro d’affari di 2,3 miliardi. A quota 11 milioni i viaggiatori stranieri che si affidano al web. I risulati dello studio Booking.com-Oxford Economics

Pubblicato il 11 Apr 2017

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Le attività delle agenzie di viaggio online (Ota – Online Travel Agencies) hanno generato nel 2015 in Italia circa 13 milioni di notti in più rispetto a quelle prenotate tramite canali tradizionali. Questo incremento permette di stimare in circa 2.3 miliardi di euro il giro di affari aggiuntivo dell’indotto. I vantaggi delle piattaforme online si traducono inoltre in una riduzione delle tariffe per gli utenti di circa il 9,5% per le spese di soggiorno giornaliere (Adr – Average Daily Rate) e la possibilità di beneficiare di alloggi di qualità superiore. Sono questi i principali indicatori di uno studio Booking.com in collaborazione con Oxford Economics presentato oggi a Roma nel corso del convegno “L’impatto sull’economia italiana delle piattaforme di prenotazione online dei viaggi”.

Sono anche emersi i benefici che gli alberghi indipendenti riescono a ottenere dal settore Ota, grazie alla visibilità offerta dai portali, queste strutture riescono infatti a fare breccia nel segmento degli utenti stranieri che con l’online riescono a superare eventuali problemi come le barriere linguistiche. Le notti attribuibili agli stranieri nel 2015 sono infatti oltre 11 milioni. Per quanto riguarda i vantaggi per i clienti, si registra una riduzione Adr del 10% per gli alberghi indipendenti e del 7% per le catene.

L’Oxford Economics ha calcolato che le piattaforme Ota orientano circa il 35% dei viaggi e circa il 28% delle notti in Italia, il 14% dei pernotti complessivi nel nostro paese è attribuibile a viaggiatori che hanno consultato o prenotato direttamente tramite Booking.com.

“Abbiamo registrato anche una riduzione delle tariffe per le prenotazioni con metodi tradizionali, un elemento che denota come la concorrenza generata dalle vendite online contribuisca a portare benefici a tutto il mercato”, spiega David Goodger, responsabile del Dipartimento Turismo dell’Oxford Economics. Lo studio ha infatti evidenziato che la riduzione media delle tariffe si attesta in circa il 6% per le prenotazioni nel comparto non OTA e del 15% per quelle effettuate tramite piattaforme online.

La continua evoluzione tecnologica del segmento Ota consentirà di facilitare sempre di più l’esperienza del turista in Italia, ad esempio Booking.com ha avviato recentemente a Roma e in via sperimentale “Booking Experiences”, un sistema che, tramite smartphone, permette ai propri utilizzatori di scoprire il meglio che una meta ha da offrire. Questo tipo di soluzioni permetterà a tutti gli esercenti che operano nel turismo di incrementare il proprio giro di affari trovando il supporto di partner come Booking.com nel proporre ai viaggiatori i propri servizi, anche nel caso di un cliente che visiti una destinazione più volte.

“L’Italia rappresenta da sempre per Booking.com un mercato molto importante – dice Andrea D’Amico, Regional Director di Booking.com – e la ricerca di oggi mostra che i valori registrati nel nostro Paese sono più alti rispetto alla media europea, in termini di maggior numero di notti e riduzione del costo medio del pernottamento”.

I numeri arrivano a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto della Ue in collaborazione con 10 autorità antitrust europee, sugli effetti della normativa europea sul settore del booking online. Norme che hanno contribuito a determinare condizioni concorrenziali migliori e più possibilità di scelta per i consumatori.

“Rimane – sottolinea il rapporto – una scarsa consapevolezza degli alberghi in relazione alle opportunità che le modifiche contrattuali, assunte dalle principali Ota, possono apportare”. A darne notizia in una nota è l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Sui risultati dell’indagine esprime soddisfazione anche Booking.com: “I risultati – si legge in una nota dell’azienda – confermano il parere di oltre 25 authority nazionali garanti della concorrenza in tutta Europa che hanno accettato le modifiche agli accordi di parità proposte da Booking.com sin dal 2015”.

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