Uno dei vantaggi dell’estate è dato dai ricchi spunti che ogni anno, di questi tempi, vengono offerti dalle Autorità indipendenti, che per tradizione presentano al Parlamento le loro Relazioni Annuali sull’attività svolta nell’anno precedente.
Anche quest’anno molta della presentazione illustrata al Senato dal Presidente del Garante per la Protezione dei Dati Personali, Antonello Soro, è stata incentrata sulle dinamiche di Internet e del digitale e sugli impatti delle regole – in particolare di quelle derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea – su cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese. Atteso ed interessante il posizionamento dell’Autorità italiana a sostegno e di gradimento nei riguardi del GDPR, il regolamento europeo approvato a maggio di quest’anno e che entrerà definitivamente in vigore a maggio 2018.
Importanti gli appelli del Garante alla necessità di far convergere sviluppo del digitale e crescita dei presidi alla tutela dei dati, investendo in programmi solidi e duraturi per garantire la sicurezza dei sistemi contro cybercrime e data breach, condizione irrinunciabile per poter parlare più di libera circolazione dei dati che di privacy in senso stretto.
Analogamente il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Marcello Cardani, ha molto stressato gli importanti progressi effettuati negli ultimi anni nel mercato delle comunicazioni elettroniche ed in particolare nel settore del digitale, grazie al contributo forte, agli sforzi economici e regolamentari che l’Ue, in questo campo, ha posto in essere – si pensi alle politiche del Digital Single Market, ai fondi europei per l’ultra broadband e al già citato regolamento GDPR sulla privacy, che presto sarà integrato dalla riformulazione della E-Privacy Directive, competente a disciplinare della circolazione dei dati nel settore delle telecomunicazioni. Non si è sottratto, Cardani, e bene ha fatto, a svolgere una prima valutazione degli effetti del voto britannico sull’Ue, e in tal senso non ha mancato di formulare un appello alla coesione per non disperdere il patrimonio rappresentato da questa comunità di donne e uomini connessi che siamo soliti chiamare Europa.
Non ultimo, il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella, nell’illustrare la sua relazione, ha toccato con forza i punti salienti degli impatti della rivoluzione tecnologica in atto sui mercati e gli effetti che ne derivano, ricordando che “tutti i momenti di progresso più rilevanti si sono lasciati indietro uno strascico di disuguaglianze”. E non ha mancato di sottolineare come in parte Internet abbia deluso le attese di quanti hanno salutato la rete come luogo assoluto di libertà e armonia, rivelandosi piuttosto come il luogo dove covano e crescono i conflitti.
Ma al tempo stesso è proprio da Internet e dal digitale che nasce la speranza del futuro, che passa anche attraverso l’affermazione dell’economia della condivisione e la diffusione del commercio elettronico.
Tre relazioni al Parlamento di Autorità indipendenti, ma tutte focalizzate sui dirompenti effetti di Internet e del digitale. I Garanti nazionali hanno compiuto negli ultimi venti anni uno sforzo importantissimo di guida, garanzia, interpretazione e controllo degli impatti della regolazione su cittadini e imprese, aiutando il Paese a crescere, a modernizzarsi e ad incrementare l’etica della legalità, a migliorare la cultura di impresa e a far conoscere ad utenti, consumatori, pazienti, abbonati o più semplicemente ai cittadini diritti e doveri posti dalla Costituzione.
Ma il Club dei Garanti non può far tutto da solo. Governo e Parlamento, in tal senso, rappresentando il potere legislativo ed esecutivo, hanno forza e competenza per poter guidare il Paese in volata a cogliere la rivoluzione di Internet – così come è avvenuto in occasione delle battaglie di Matteo Renzi e Antonello Giacomelli sulla banda ultralarga – senza tralasciare le opportunità che per l’Italia potrebbero inaspettatamente aprirsi a seguito della triste pagina scritta dal voto che ha sancito la c.d. Brexit.