L’Ue deve chiudere la riforma della protezione dei dati personali entro fine 2015. E’ l’appello lanciato dalla Commissione Ue in occasione del Data protection day, la giornata europea per la protezione della Privacy.
“Dobbiamo concludere i negoziati sulla riforma della protezione dei dati prima della fine di quest’ anno”, hanno ammonito il vicepresidente della Commissione al Mercato unico digitale, Andrus Ansip, e la commissaria alla Giustizia, Vera Jourova, sottolineando che “entro la prossima giornata europea” che cade ogni anno il 28 gennaio “siamo fiduciosi che saremo in grado di dire che l’Ue resta lo standard mondiale più elevato nella protezione dei dati personali”.
Garantire la fiducia dei cittadini sull’uso dei loro dati infatti “permetterà – aggiungono i due commissari – al mercato unico digitale di sviluppare tutto il suo potenziale”. La riforma a tutela della Privacy proposta da Bruxelles prevede di tagliare i costi per le imprese, garantendo una sola serie di norme valide in tutti i paesi Ue, oltre a nuove regole per polizia e giustizia per lo scambio delle informazioni, fondamentali anche per la lotta al terrorismo.
Anche il Garante italiano per la Privacy ha oggi toccato il tema del delicato rapporto tra protezione dei dati e tecnologia. “L’interazione automatica tra gli oggetti – ha spiegato Antonello Soro – permette una continua raccolta e condivisione di informazioni, senza alcuna consapevolezza” dei soggetti interessati. “I rischi – quindi – non riguardano soltanto la sicurezza dei dispositivi, ma anche quella di tutti i collegamenti di comunicazione e delle infrastrutture. Il bersaglio degli hacker sarà sempre più frequentemente questa rete di oggetti connessi, nella quale soprattutto smartphone e tablet saranno i vettori”.
E su questo piano, che riguarda i nostri pagamenti bancari come le informazioni sulla salute, ha proseguito Soro, “si giocherà la partita del cybercrime”. Per questo “il tema della sicurezza, intesa come protezione dei dati, dovrebbe essere al centro anche della politica del Paese. L’ambizione – ha detto il Garante – è ricercare un nuovo equilibrio tra fattibilità tecnica ed accettabilità giuridica; di incorporare la tutela dei diritti nelle tecnologie e di responsabilizzare i titolari. L’obbiettivo è arrivare a un modello di sicurezza e protezione dei dati integrato in ogni dispositivo fin dalla progettazione e non aggiunto a posteriori. La protezione dei dati può rappresentare l’antidoto a ogni possibile abuso, una risposta all’avanzata della società sorvegliata, il presupposto per garantire anche la sicurezza dei sistemi”.