Il World Wide Web Consortium (W3C) è al lavoro per garantire che
la privacy degli utenti di Internet sia difesa su larga scala con
tecnologie standardizzate e condivise. Un gruppo interno al
consorzio, cui partecipano più di 15 aziende e organizzazioni tra
cui Adobe, Apple, Facebook, Google, Microsoft, la Electronic
Frontier Foundation e la Stanford University, sta mettendo a punto
nuovi strumenti per proteggere i dati personali e creare avvisi che
informano l’utente se un sito non rispetta le regole sulla
privacy.
Si tratta di specifiche tecniche che il W3C sta disegnando ma che
utenti, browser e aziende sono chiamate a definire e implementare,
come fa sapere oggi il consorzio.
"Gli utenti hanno la sensazione di essere spiati mentre
navigano in Rete e alcuni temono per la loro privacy e vorrebbero
strumenti per essere più protetti", spiega Matthias Schunter
dell’Ibm, che presiede il gruppo del W3C che sta disegnando le
tecnologie “Do Not Track”.
Il gruppo di lavoro sta definendo specifiche software che
permetteranno di avere impostazioni nel browser che indicano quali
siti sono più rispettosi della privacy; consentiranno ai siti
Internet di raccogliere le richieste di protezione dei dati da
parte dei loro utenti; e definiranno le best practice.
Schunter ha spiegato che queste tecnologie dovranno porre fine
all’attuale confusione in cui i diversi produttori di browser
adottano sistemi “Do Not Track” non compatibili. "Oggi i
siti web devono implementare protocolli diversi, non esiste un modo
standard per rispettare le scelte sulla privacy degli utenti. Il
nostro obiettivo”, ha detto Schunter, “è standardizzare tutti
questi protocolli”.
Gli strumenti che il W3C metterà a punto saranno naturalmente
"privacy friendly": saranno disegnati in modo tale da
fornire il minor numero possibile di informazioni sull’utente.
Per esempio, oggi un sito potrebbe registrare le preferenze del
navigatore notando il suo nome e la lingua madre e registrandoli in
un cookie, ma un sistema più attento alla privacy si limiterebbe a
registrare la preferenza per una lingua, senza altri dati che
identificano più precisamente l’utente.
Ovviamente quelle del W3C sono indicazioni, non obblighi per i siti
e i produttori di browser e software, ma Schunter è convinto che
le tecnologie proposte dal consorzio saranno ampiamente adottate:
secondo il presidente del working group i browser potrebbero
incorporarle già a metà 2012 e poco dopo anche i siti Internet si
adegueranno.