Apple, Google e Amazon sono alcuni dei big della tecnologia finiti sotto esame da parte della Federal Trade Commission (Ftc) per le loro politiche di protezione dei dati dei minori che usano tablet e smartphone.
L’organismo statunitense impegnato nella tutela dei consumatori e in attività anti-monopolistiche ha diffuso ieri un rapporto in cui evidenzia come i produttori di mobile apps stanno raccogliendo una vasta quantità di dati relativi agli utenti più giovani e li stanno condividendo con le aziende pubblicitarie senza rendere pubblici questi comportamenti.
Secondo l’Ftc, i grandi gruppi, gestori degli stores online in cui queste apps vengono vendute, dovrebbero fare di più per accertarsi che i genitori siano messi al corrente quando vengono raccolte informazioni come il luogo in cui si trova il loro figlio o il suo numero di telefono.
L’argomento è di stretta attualità perché in questi stessi giorni l’Ftc sta procedendo alla revisione del Children’s Online Privacy Protection Act, o Coppa, legge per la protezione dei minori in rete risalente al 1998 di cui si è reso necessario l’aggiornamento considerata la crescente popolarità delle mobile apps e dei social network tra bambini e ragazzi.
Alcuni top-manager di Apple, che può contare su oltre 700.000 tra giochi, tools e altro software nel suo App Store, hanno incontrato per cinque volte i dirigenti di Ftc tra settembre e novembre, chiedendo esplicitamente di esonerare gli operatori dell’App store dalle prescrizioni del Coppa. Sostengono infatti di aver già introdotto nuovi sistemi per il controllo parentale a partire da quest’anno. Inoltre dicono di non essere in grado di controllare i diversi tipi di dati raccolti attraverso le apps.
Google, con oltre 700.000 apps nel suo Google Play, ha detto che eventuali cambiamenti nel Coppa “creerebbero gravi forme di protesta”. Amazon, che offre più di 60.000 apps nel suo Kindle Fire, per il momento si è rifiutata di rilasciare commenti.