Nuova tegola per Google a Bruxelles, questa volta sul fronte privacy. Il rivale Oracle a dicembre ha denunciato all’Ue i cambiamenti apportati lo scorso giugno da Mountain View alla raccolta dei dati degli utenti, che ora mette insieme sia quelli di navigazione che le ricerche compiute arrivando di fatto alla creazione di “superprofili”. E’ quanto riferisce il Wall Street Journal, a cui Oracle ha fornito le slide dell’incontro con l’Antitrust Ue.
Le accuse “sono prive di sostanza”, afferma un portavoce di Big G. Secondo fonti del Wsj la Commissione Ue ha preso “sul serio” la denuncia di Oracle, per cui “i superprofili sono ora una realtà” e questo cambiamento nella privacy “dà a Google un accesso esclusivo e senza precedenti nelle vite degli utenti”. Secondo l’avvocato della coalizione dei motori di ricerca alternativi a Google, FairSearch, ci sono problemi di concorrenza in quanto questa combinazione di dati personali consente a Google di “offrire pubblicità mirate in modi che gli altri non possono”. Oracle ha asserito di non aver informato Bruxelles per aprire un nuovo caso contro il colosso di Mountain View, ma solo per fornire ulteriore contesto e accelerare le decisioni sui casi già aperti, ovvero sull’abuso di posizione dominante sui servizi shopping, pubblicità e Android.
Google sottolinea che le modifiche effettuate nel 2016 al sistema pubblicitario sono “completamente opt-in”, ossia “gli utenti possono aderire in modo del tutto volontario”. A questo cambiamento, ha quindi ancora spiegato il portavoce di Mountain View, “abbiamo associato strumenti di controllo per gli utenti che riflettono il modo in cui le persone usano Google oggi, ossia su molti dispositivi differenti”. “Oracle sostiene di essere il più grande audience data marketplace del mondo, pertanto sa bene quanto sia competitiva la pubblicità online”, quindi, ha concluso Google, “le sue accuse sono prive di sostanza”. Oracle lo scorso maggio ha perso una causa proprio contro Google relativa al copyright per l’uso di Java.