“L’accordo sulla tutela dei dati personali dei cittadini europei è un’ottima notizia. Il metodo del dialogo e del confronto favorisce il superamento dei problemi e il consolidamento del rapporto tra Unione Europea e Stati Uniti che noi consideriamo fondamentale”.
Così il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli commenta l’intesa raggiunta oggi sulla gestione dei dati personali che sostituisce il decaduto “Safe Harbour”.
ll Privacy Shield – questo il nome dell’intesa – è un accordo politico che si basa sulla “garanzia da parte degli americani che i dati degli europei non verranno sottoposti a sorveglianza indiscriminata”, spiegano i due commissari. Le aziende che volessero trasferire i dati, dovranno rendere pubblico il loro impegno a rispettare la privacy. Si passerebbe così dalle autocertificazioni di Safe Harbor agli “impegni vincolanti” di Privacy Shield.
L’Unione europea ha inoltre ottenuto dagli States “rassicurazioni scritte” che l’accesso ai dati da parte degli apparati di sicurezza sarà “soggetto a limitazioni chiare e a meccanismi di controllo”. Insomma, niente più “sorveglianza indiscriminata” – o almeno, così promettono gli Usa.
Lo Scudo verrà ridiscusso ogni anno, così da monitorare l’andamento degli scambi. Saranno previsti meccanismi di ricorso e di risoluzione delle dispute, in modo da creare un canale per i cittadini che volessero sollevare casi di violazione della privacy, e verrà battezzato il nuovo “ombudsman”, una figura indipendente che lavorerà dentro al dipartimento di Stato Usa per raccogliere i reclami degli europei sulla sorveglianza americana.