“Il raggiungimento dell’accordo sul privacy shield, ottenuto anche grazie al supporto del Governo italiano, è per noi una buona notizia. Il Privacy Shield è da ritenersi un punto di partenza e non di arrivo e richiede un lavoro attuativo e di revisione costante da parte delle istituzione europee e dei singoli governi”.
Lo afferma in una nota Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, commentando la promulgazione delle norme sul Privacy shied, l’accordo tra Ue e Stati Uniti in merito al trattamento dei dati personali in rete, che fissa le norme sul controllo identitario dei cittadini su contenuti personali disponibili in rete. La questione, si legge nella nota di Anitec, emersa con evidenza grazie al caso Snowden, necessitava di una nuova regolamentazione dopo l’invalidazione del Safe Harbour.
“Il flusso di dati – conclude Radaelli – è non solo una leva fondamentale dell’economia globale, ma anche una risorsa strategica per le aziende italiane ed europee. Abbiamo seguito i negoziati molto attentamente e, unitamente ad altre associazioni europee, sollecitato la conclusione degli stessi ed il ripristino di un quadro giuridico certo”.