Stop alla pubblicazione sui siti web degli enti pubblici di “atti e documenti contenenti dati personali non indispensabili di cittadini e dipendenti, spesso estremamente delicati come quelli riferiti alla salute, in particolare alla disabilità”. E’ l’appello lanciato con una lettera da Antonello Soro (nella foto), presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, a Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“Sono numerosi ormai i casi per i quali l’Autorità garante è dovuta intervenire a tutela della riservatezza degli interessati – si legge in una nota dell’authority – facendo oscurare le pagine web istituzionali in cui erano presenti e sanzionando i responsabili. Il Garante è stato chiamato più volte a pronunciarsi, in particolare, sulle graduatorie concorsuali o altri atti contenenti dati riferiti alle condizioni di invalidità di centinaia di lavoratori o partecipanti alle prove concorsuali. Quei dati non solo erano visibili in rete, ma immediatamente reperibili tramite l’inserimento delle generalità degli interessati nei più comuni motori di ricerca”.
In queste situazioni il Garante è intervenuto vietando l’ulteriore diffusione in Internet delle informazioni, ribadendo “l’illiceità della diffusione di dati dai cui si possa desumere lo stato di malattia, compreso qualsiasi riferimento alle condizioni di invalidità, disabilità o handicap fisici e/o psichici”, e applicando le sanzioni del caso, che possono arrivare fino a 120 mila euro.
L’ultimo caso in cui l’authority è intervenuta è nei confronti di una Regione e di un’Azienda sanitaria, che avevano pubblicato online dati riferiti alla condizione di disabilità dei partecipanti a concorsi e selezioni pubbliche.
“Il Garante chiede dunque alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di valutare la possibilità di assumere specifiche iniziative – si legge nella nota – affinché i trattamenti di dati effettuati da soggetti pubblici siano sempre rispettosi delle norme e delle garanzie previste in materia di tutela della riservatezza e del diritto alla protezione dei dati personali”.