“La rete espone gli utenti a rischi che non devono essere sottovalutati, rischi che possono essere prevenuti con consapevole esercizio dei propri diritti in rete”. Lo ha detto Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali, nel corso dell’audizione alla commissione per i Diritti e i Doveri relativi ad Internet. “I diritti fondamentali non possono essere assoggettati alla logica del profitto – ha aggiunto Soro – non si tratta di giuridificare uno spazio, ma di difendere la libertà della rete. L’applicazione dei principi della protezione dati ai giganti della rete è sempre possibile e doverosa, non vi possono essere per nessuno zone franche nel rispetto dei diritti fondamentali”.
Con riferimento ai fatti di Parigi, secondo Soro “nel rapporto tra sicurezza e privacy occorrerebbe avere sempre un atteggiamento coerente, nel rispetto del grande equilibrio che ispira la nostra Costituzione”. In questo senso andrebbero evitate oscillazioni tra la recente planetaria indignazione per la scandalosa sorveglianza del Datagate e le pulsioni da più parti registrate in queste ore per una frettolosa compressione delle garanzie che il nostro ordinamento riserva per la protezione dei dati personali”.
“L’ esperienza ci ha insegnato – ha proseguito – che una intrusione sistematica e indiscriminata nelle comunicazioni dei cittadini non risolve le difficoltà del contrasto al terrorismo. E non mi riferisco al Pnr proposto dai governi dell’Unione”.
“Quello che condividiamo – ha spiegato Soro – e che abbiamo da tempo sostenuto, è la necessità di non lasciare la rete agli imperativi, mai egalitari, della lex mercatoria, demandando così a quella ‘legislazione privata’ delle condizioni generali di contratto la garanzia, su scala mondiale, dei diritti fondamentali”.
“Alcune delle forme più insidiose della criminalità, anche organizzata, presuppongono oggi lo sfruttamento abusivo di dati personali, il furto di identità, la frode informatica, quando non addirittura veri e propri attentati alla sicurezza nazionale realizzati in via cibernetica – ha voluto sottolineare – È dunque apprezzabilissima la scelta di pervenire a uno standard comune omogeneo, a livello globale, nella tutela dei diritti della persona oltre che della personalità in rete, che garantisca ai cittadini di ciascun paese, e qualunque sia la legge applicabile, uno statuto essenziale di garanzie e libertà, che è poi oggi il vero statuto della cittadinanza nella società digitale e della democrazia elettronica”.