IL COMMENTO

Privacy, Soro: “Regolamento Ue spinta al mercato unico digitale”

Il commento del Garante italiano nel giorno della pubblicazione in Gazzetta della nuova normativa: “Finalmente una disciplina armonizzata che infrange le barriere e tutela i cittadini”

Pubblicato il 04 Mag 2016

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“Oggi è una giornata importante per i cittadini europei e per la tutela dei loro diritti. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea dei testi del Regolamento in tema di protezione dei dati e della Direttiva nelle attività di polizia e giustizia, si conclude uno dei più complessi, travagliati e rilevanti traguardi dell’Unione europea.” Questo è il commento del Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro.

“Il Regolamento porta grandi novità sul piano della tutela dei diritti e degli strumenti previsti per responsabilizzare maggiormente le imprese stabilendo, al contempo, significative semplificazioni – spiega Soro – Le nuove regole raccolgono certamente la sfida più importante: adeguare le norme di protezione dei dati ai cambiamenti determinati dall’incessante evoluzione delle tecnologie”.

“Ma, soprattutto – aggiunge Soro – nel momento in cui si fanno sempre più forti le spinte anacronistiche a creare “barriere” alla libera circolazione di beni e persone, il Regolamento raggiunge l’ambizioso obiettivo di assicurare una disciplina uniforme ed armonizzata tra tutti gli Stati membri, eliminando definitivamente le numerose asimmetrie che si erano create nel tempo. L’Europa, per quanto debba ancora ampiamente esprimere le sue potenzialità nello sviluppo di un vero mercato digitale, ha oggi la straordinaria opportunità di dimostrare la propria capacità di evolvere e di esportare, su scala mondiale, il proprio modello di protezione dei dati capace di coniugare al punto più alto i diritti delle persone con le esigenze delle imprese e del mercato”.

Le norme, approvate lo scorso 14 aprile dal Parlamento europeo, mirano a ridare ai cittadini il controllo delle proprie informazioni personali e a generare un livello elevato e uniforme di protezione dei dati. La riforma stabilisce anche standard minimi per l’utilizzo dei dati a fini giudiziari e di polizia.

Le nuove regole prevedono inoltre la figura di un responsabile per vigilare sull’effettivo rispetto delle norme. Il voto del Parlamento arriva dopo oltre quattro anni di lavoro sulla revisione delle norme comunitarie sulla protezione dei dati. La riforma andrà a sostituire l’attuale direttiva che risale al 1995, quando Internet era ancora agli albori, con un regolamento generale pensato per dare ai cittadini maggiore controllo sulle proprie informazioni private in un mondo digitalizzato fatto di smartphone, social media, internet banking e trasferimenti globali.

Le nuove norme includono disposizioni sul

• il diritto all’oblio;

• condizioni per un “consenso chiaro” per il trattamento dei dati privati dell’interessato;

• il diritto di trasmettere i propri dati a un altro titolare del trattamento;

• il diritto di venire a conoscenza della violazione (hackering) dei propri dati personali;

• la garanzia affinché le informazioni relative alle politiche di privacy siano indicate con un linguaggio chiaro e semplice;

• l’applicazione più severa di tali disposizioni e sanzioni amministrative pecuniarie fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo per le imprese che violano tali disposizioni.

Il pacchetto di protezione dati include anche una direttiva sui trasferimenti di dati a fini giudiziari e di polizia. Si applica ai trasferimenti di dati attraverso le frontiere all’interno dell’Unione europea e stabilisce, per la prima volta, norme minime per il trattamento dei dati a fini di polizia all’interno di ogni Stato membro.

Le nuove norme mirano a proteggere gli individui, vittime, criminali o testimoni, stabilendo diritti chiari e limitazioni al trasferimento dei dati personali a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, compresa la protezione delle persone e la prevenzione di minacce alla sicurezza pubblica. Allo stesso tempo, il testo mira a facilitare la cooperazione fra autorità giuridiche e di polizia.

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