IL CASO

Processo civile telematico, è scontro sulla copia cartacea

Bocciati gli emendamenti che puntavano ad eliminare il deposito degli atti su carta insieme a quello digitale. Ma il ministro Orlando rassicura: “Obiettivo del decreto Giustizia è stabilire rigorosamente i casi tassativi in cui è ammissibile l’acquisizione di copia di cortesia”

Pubblicato il 30 Lug 2015

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Esplode in Commissione Giustizia lo scontro sull’articolo 19 del Decreto Giustizia che, secondo gli avvocati, rischia di reintrodurre la carta nel Processo civile telematico (come anticipato dal Corcom).

Il Governo ha bocciato ieri due emendamenti di Luis Alberto Orellana (Gruppo Misto, ex M5S) che volevano parare questa eventualità. Il decreto quindi prosegue il suo iter di conversione in legge, durante il quale si è arricchito appunto del contestato articolo 19.

Si legge: “Con decreto non avente natura regolamentare il Ministro della giustizia stabilisce misure organizzative per l’acquisizione anche di copia cartacea degli atti depositati con modalità telematiche nonché per la riproduzione su supporto analogico degli atti depositati con le predette modalità, nonché per la gestione e la conservazione delle predette copie cartacee. Con il medesimo decreto sono altresì stabilite le misure organizzative per la gestione e la conservazione degli atti depositati su supporto cartaceo a norma dei commi 4 e 8, nonché ai sensi del periodo precedente”.

Gli emendamenti di Orellana miravano a sopprimere questo passaggio e a sostituire la parola “analogico” con “digitale”, “ovunque ricorra nel testo.

L’Associazione Nazionale Forense e l’Associazione Giovani Avvocati hanno alzato gli scudi contro questo articolo, temendo il ritorno dell’obbligo a presentare gli atti in formato cartaceo. Ad oggi è in vigore la pratica della “copia di cortesia”, per i giudici, ma è facoltativa.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha cercato di rassicurare gli animi, specificando che il suo futuro decreto “non introdurrà in alcun modo un doppio binario telematico e cartaceo”. L’obiettivo sarebbe invece di “stabilire rigorosamente – in modo uniforme su tutto il territorio nazionale al contrario di quanto accaduto finora – i casi tassativi in cui è ammissibile l’acquisizione di copia di cortesia, ripartendo i relativi oneri tra uffici giudiziari e avvocatura”.

“L’obiettivo del provvedimento è dunque proprio quello di porre fine alle prassi distorte di un eccessivo ricorso alla copia di cortesia, come la stessa avvocatura ha denunciato più volte- ha continuato. La scelta dell’innovazione è per la giustizia civile italiana un percorso ormai positivamente avviato e che ha superato da tempo il punto del non ritorno: gli ottimi risultati fin qui ottenuti in questo cammino sono uno stimolo a procedere nella direzione della tecnologia con sempre maggiore determinazione”.

Parole che al momento non sono bastate a rassicurare gli avvocati, secondo cui le parole dell’articolo- da cui il futuro decreto- potrebbero essere interpretate anche come l’occasione per rendere obbligatoria- anche se magari solo in certe circostanze- la prassi della copia di cortesia.

Secondo l’Associazione nazionale magistrati, di contro, al momento l’organizzazione dei tribunali ha lacune così gravi da impedire, in certi casi, la lettura digitale del file da parte dei giudici, rendendo quindi necessaria la stampa.

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